Lo scatto dei vinti, a Vizzini la "segreta mania" di Giovanni Verga
giovedì 11 agosto 2022

I vinti, certo. «Quel mondo fatto di contadini, operai, cameriere, lavandaie». Ma anche i paesaggi e le città, dalla natia Vizzini a Catania e Segesta fino a quelle del Nord, partendo da Milano, dove visse a lungo: Como, Bormio, Superga, la Svizzera. La sua famiglia, i fratelli e i nipoti, gli amici più cari, le persone di fiducia che gestivano le proprietà, Turi Modica e massaro Filippo e poi i ritratti dei suoi contemporanei più celebri, da Luigi Capuana a Federico De Roberto, da Eleonora Duse ai Treves. La chiamava la sua "segreta mania". Giovanni Verga scriveva anche con la luce. Una produzione semplice, ma importante che dialoga con i libri dello scrittore siciliano, uno dei pilastri della letteratura italiana. Molti soggetti sembrano quelli delle pagine dei suoi capolavori, I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. Una Sicilia rurale. Il verismo visto dalle prime macchine fotografiche.

Bambina alla finestra, nel rione catanese di Novalucello, 1911. Una delle immagini più belle di Giovanni Verga

Bambina alla finestra, nel rione catanese di Novalucello, 1911. Una delle immagini più belle di Giovanni Verga - Archivio Fondazione 3M - Museo dell'Immaginario Verghiano di Vizzini (Catania)

La scoperta delle lastre di vetro e delle pellicole su cui lo scrittore aveva impresso le sue immagini risale ormai al 1970, ma la sua produzione fotografica resta ancora poco nota. Nel centenario della morte dello scrittore, fino al 18 settembre, il Museo dell'Immaginario Verghiano di Vizzini, diretto da Margherita Riggio, insieme al Comune calatino, propone una mostra - intitolata proprio "La segreta mania" - che dà la possibilità di scoprire il Verga fotografo. Tutte le opere esposte - che raccontano lo stile di vita, l'estetica e la storia del tempo - provengono dallo storico archivio fotografico della Fondazione 3M che per la prima volta aveva ristampato le immagini dai negativi ritrovati. L'istituzione culturale milanese nel 2005 aveva donato al museo le stampe - ancora oggi parte fondamentale dell'interessante esposizione permanente - oltre ad avere organizzato negli anni una serie di eventi volti a valorizzare i lavori fotografici verghiani, in collaborazione con lo studioso Giovanni Garra Agosta che scoprì questo patrimonio e comprò i negativi dall'ultimo erede dello scrittore, Giovannino Verga, pubblicando anche un importante volume con uno scritto di Vincenzo Consolo (Verga fotografo, Giuseppe Maimone Editore, 1990).

Nel 2004 la mostra "Giovanni Verga, Scrittore fotografo" (promossa sempre da Fondazione 3M in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Milano, guidato allora dal giornalista siciliano Salvatore Carrubba) al Palazzo dell'Arengario aveva svelato al grande pubblico cento foto dello scrittore, confluite in un libro edito da De Agostini. Poi gli scatti dei vinti di Verga sono "tornati" a casa. A Vizzini. La mostra sarà aperta al pubblico da martedì a domenica, dalle ore 9 alle 18.30, nel Palazzo Trao-Ventimiglia, in uno spazio volto a celebrare l'illustre scrittore e la sua produzione letteraria e fotografica ampiamente ispirate al territorio della città e al suo contesto socio-culturale. Una chicca nel cuore della Sicilia. Una meta che vale il viaggio.

Intanto, il fondo fotografico originale di Giovanni Verga, passato agli eredi del professore Garra Agosta dopo la sua scomparsa, è stato venduto in un’asta Bolaffi e acquistato dalla Fondazione Biblioteca di via Senato di Milano lo scorso giugno, per 225mila euro: il lotto - così come notificato dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania l'11 settembre 2018 - è costituito da «448 documenti databili a partire dal 1878, di cui 327 lastre alla gelatina bromuro d'argento e 121 pellicole al nitrato di cellulosa». Una raccolta dichiarata «di interesse storico particolarmente importante». E proprio per questo nei giorni scorsi la Fondazione Verga di Catania ha lanciato un appello alle istituzioni pubbliche perché esercitino il previsto diritto di prelazione: «Chiediamo a tutte le autorità competenti sul territorio regionale e nazionale che vengano esercitati con tempestività tutti i diritti previsti dalla legge per assicurare al bene pubblico il patrimonio inestimabile che rischia di essere acquisito da privati e al di fuori della sua sede naturale, che è la città dello scrittore, dove è già conservata la quasi totalità dei suoi manoscritti». I termini scadono il 22 agosto. Di mezzo c’è il Ferragosto, le dimissioni del governatore Nello Musumeci e la crisi del governo nazionale. Le solite, nell’isola dei vinti.

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