venerdì 30 dicembre 2022
Ritirati dal mercato oppure mai pubblicati, rinnegati dagli autori per motivi diversi o addirittura confinati in un loro mondo leggendario: sono i «libri fantasma» ai quali lo scrittore e bibliofilo Andrea Kerbaker ha dedicato un saggio informatissimo e arguto. Tra le tante vicende rievocate nel suo La vita segreta dei libri fantasma merita attenzione quella di Poésie partagée, il fascicolo di «poesia condivisa» realizzato nel 1952 dalla rivista francese Le Temps de la Poésie. Vi si trovano quarantanove composizioni in versi e sei illustrazioni, tutte rigorosamente anonime. L’unica firma è quella del poeta René Char, che nella prefazione rivendica il valore politico dell’iniziativa. “Il tempo della poesia”, spiega, si trasforma nel «“tempo degli artisti anonimi”, artisti come operai». L’impressione è che l’anonimato non sia del tutto impenetrabile e che, analizzando con scrupolo testi e disegni, qualche attribuzione possa essere effettuata con ragionevole certezza. Ma per chi va in cerca di comparse la trovata dell’Anonima Poeti ha l’intransigenza e l’inappellabilità di un manifesto. Si prende parola perché la parola – a un certo punto – dev’essere presa, in quella forma e con quelle intenzioni, e da lì in poi ogni protagonismo svanisce. Più del poeta, è sempre la poesia che conta. © riproduzione riservata
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