sabato 24 dicembre 2022
Nel presepio ci siamo tutti e, grazie a Dio, siamo tutti comparse. Il Bambino ci fa dono del sollievo che ciascuno può provare spogliandosi della pretesa di essere protagonista, di primeggiare ed eccellere. A Natale non ce n’è bisogno, perché a Natale è la piccolezza a vincere ed è l’umiltà a conferire grandezza. Se ne renderanno conto, quando arriveranno, anche i Magi d’Oriente, ma per il momento tocca a noi trovare posto nella comitiva incamminata verso la capanna. Si può scegliere di impersonare uno dei pastori oppure il fabbro che picchia sull’incudine, si può essere la lavandaia che volge lo sguardo verso Betlemme oppure la vecchina intenta a filare. C’è posto per tutti, tutto trova posto in questo paesaggio minimo e infinito. Quanto a me, prenderei volentieri la parte del meravigliato, che nel presepio non fa niente, a parte starsene lì, in silenzio, a celebrare la nascita del Salvatore. Il personaggio non ha fama di intelligenza e, anzi, è spesso assimilato allo scemo del villaggio, come sembrerebbero confermare la bocca spalancata e lo sguardo attonito. Il meravigliato, però, tiene anche le braccia aperte, a volte in alto, quasi in segno di resa, altre volte in basso, come ad accogliere il Dio che viene. Non fa altro, sta lì davanti a Gesù. Come non invidiarlo? © riproduzione riservata
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