venerdì 8 dicembre 2017
Si chiama Comproeuro ed è il primo cambiavalute fisico in Italia per la moneta virutale. E gli imprenditori pensano già ad un franchising
I Bitcoin superano i 16mila dollari. E a Rovereto apre il negozio
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Era prevista solo ai primi di gennaio a Rovereto l’inaugurazione ufficiale del primo negozio italiano in cui cambiare i bitcoin, ma dopo i primi quattro giorni di apertura il via vai di clienti nella centrale via Rialto è incessante e conta più del taglio del nastro. Merito (o colpa) della frenesia per la valuta virtuale, che continua a correre e ieri è salita anche oltre i 16mila dollari. Brindano in anticipo i soci della Bmanity, l’azienda che ha creduto sul desiderio diffuso di conoscere da vicino e investire su questa cripto valuta. Indovinata anche l’idea di denominare la propria vetrina in città 'Compro euro', con furbo riferimento alle botteghe che convertono gli oggetti antichi in oro. «Questa invece è la moneta del futuro», osserva l’amministratore unico della Bmanity, Federico Monti, molto soddisfatto di un successo «oltre le aspettative».

Anche perché ora si fa avanti «una valanga di imprenditori» che vorrebbero aprire simili negozi in franchising. D’altra parte qui siamo in Vallagarina, definita già la 'bitcoin Valley', una zona in cui la semina dei bitcoin è cominciata fin dai primi anni del lancio mondiale del 2009, tanto che vi sono almeno una trentina di luoghi dove acquistare in bitcoin: bar e ristoranti, scuole guida e parrucchieri. Che non si tratti solo di interessi privati lo conferma la mozione approvata a larga maggioranza un mese fa dal consiglio provinciale: istituisce un tavolo provinciale «per capire quanto questa tecnologia possa dare al sistema territoriale trentino, individuando uno o più campi di applicazione e avviando una sperimentazione di utilizzo di bitcoin». I cittadini sono arrivati prima della politica: per molti giovani roveretani è normale al bar pagare con i bitcoin anche solo una birra (i corrispondenti 3 euro di due anni fa ora valgono ben 15 euro) e tante aziende vorrebbe metterli nel cesto natalizio al posto dei panettoni. Chi ha investito in bitcoin 20mila euro due anni fa – dicono i promotori – ora si ritrova con un milione. A che punto siamo nello sviluppo dei bitcoin?

«Al punto di inizio della salita della curva ad esse – risponde il ricercatore Marco Amadori, entrato come socio in Bmanity con la sua 'Inbitcoin', pionieristica start up lanciata nel 2011 – dopo un percorso lineare in progressiva ascesa, ora siamo all’impennata. Quest’euforia dovrebbe durare almeno tre anni». Consigli? «Di investire sì, ma sempre in rapporto con la conoscenza che si ha del nuovo sistema monetario». E i piccoli commercianti come usano i bitcoin? «Vedo due categorie: chi chiude il ciclo economico convertendoli subito in euro o in dollari o chi invece lo apre a nuovi sviluppi dando i bitcoin ai dipendenti o pagando i fornitori. E i consumatori premieranno questa seconda categoria».

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