Il Papa: «Migranti e rifugiati, testimoni privilegiati di speranza»

Stamattina, ai 250 partecipanti all'incontro globale «Refugees and Migrants in our Common Home», Prevost ha chiesto di rimettere la «dignità umana» al centro delle politiche per i migranti.
October 1, 2025
Il Papa: «Migranti e rifugiati, testimoni privilegiati di speranza»
Migranti e rifugiati possono essere considerati «testimoni privilegiati di speranza» nel mondo, per «la loro resilienza e la fiducia in Dio», ha detto stamattina papa Leone XIV ricevendo in udienza i 225 partecipanti al convegno «Refugees and Migrants in our Common Home». Essi, infatti, ha sottolineato il Papa a due giorni dall'inizio del Giubileo dei migranti, «spesso conservano la loro forza mentre cercano un futuro migliore, nonostante gli ostacoli che incontrano» e proprio per questo possono «fungere da ispirazione per gli altri» e aiutare «a sviluppare modi per far fronte alle sfide che essi stessi hanno affrontato nella loro vita».

Nelle politiche ripartire da «riconciliazione» e «speranza»

All'incontro con il Papa erano presenti leader del mondo accademico, membri di ong e di enti internazionali che stanno prendendo parte all’evento globale, organizzato dalla Villanova University all'Istituto Patristico Augustinianum di Roma dall’1 al 3 ottobre, che punta a costruire "piani di azione" per organizzare risposte coordinate alle migrazioni e allo sfollamento. A tutti loro, legati all'Università della Pennsylvania che lo stesso Prevost ha frequentato, il Papa ha chiesto di progettare politiche che ruotino attorno alla «riconciliazione» e alla «speranza». Occorre impegnarsi, ha detto, per affrontare la complessità del fenomeno migratorio promuovendo «una cultura di riconciliazione», e ciò esige «pazienza, disponibilità all’ascolto, capacità di identificarsi con il dolore degli altri e il riconoscimento che abbiamo gli stessi sogni e le stesse speranze».

Rimettere al centro la dignità umana di ciascuno

La tre giorni di lavori all’Augustinianum, infatti, darà il via a un progetto triennale con l’obiettivo di creare progetti concreti, per rispondere ai bisogni dei migranti, incentrati su quattro pilastri fondamentali: insegnamento, ricerca, servizio e sostegno. Un impegno, ha sottolineato ancora il Papa, che raccoglie «l’invito rivolto da Francesco alle comunità accademiche», affinché contribuiscano «a rispondere ai bisogni dei nostri fratelli e sorelle sfollati» concentrandosi sulle diverse aree di competenza. «Prego perché i vostri sforzi a tale riguardo producano idee e approcci nuovi, cercando sempre di mettere la dignità di ciascuna persona umana al centro di ogni soluzione», ha aggiunto.

Il rischio della «globalizzazione dell'impotenza»

Uno degli ostacoli «che spesso sorgono quando si affrontano difficoltà di tali dimensioni», come la situazione di migranti e profughi nel mondo, ha sottolineato Prevost è «l’atteggiamento d’indifferenza da parte sia delle istituzioni sia degli individui». Per il Pontefice, il rischio più grande è che la «globalizzazione dell’indifferenza», di cui parlava papa Francesco, porti a una, forse peggiore, «globalizzazione dell’impotenza», laddove «ci abituiamo alle sofferenze degli altri e non cerchiamo più di alleviarle». Un’impotenza che, ha sottolineato Leone in prossimità dell'evento giubilare dedicato a migranti e mondo missionario, che si terrà il 4 e 5 ottobre, rischia di far diventare gli uomini e le donne «immobili, silenziosi e forse tristi, pensando che non si possa fare nulla» quando ci si trova «dinanzi alla sofferenza di innocenti».

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