venerdì 14 ottobre 2022
Europe for peace ufficializza l'evento. L’obiettivo è chiaro: cessate il fuoco subito. Ieri si-in davanti all'ambasciata russa
Manifestazione nazionale per la pace a Roma il 5 novembre

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A Roma, il 5 novembre. C’è la data, ora, per la manifestazione nazionale contro la guerra di Putin. Europe for peace torna in piazza, dopo la prima grande manifestazione del 20 marzo a San Giovanni. «Solidarietà con il popolo ucraino e con le vittime di tutte le guerre», ribadisce la coalizione, animata dalla rete italiana pace e disarmo che riunisce 80 grandi realtà dell’associazionismo. Proprio nello stesso giorno in cui papa Francesco ripete la sua condanna non solo della guerra in Ucraina, ma anche di quelle in Siria, in Myanmar, in Yemen, in Africa. Ieri sera, davanti all’Ambasciata russa di Roma, il sit-in di protesta del Mean (Movimento europeo azione nonviolenta) che ha visto centinaia di persone, tra cui tanti ucraini, e gli interventi dei partiti del centrosinistra: Pd, +Europa, Azione e Italia viva.

Il movimento per la pace dunque manifesta di nuovo, unendo le forze delle grandi realtà della società civile, laiche e cattoliche, tra cui Acli, Agesci, Aoi, Arci, Focsiv, Cnca, Movimento nonviolento, Archivio disarmo, Papa Giovanni XXIII, Fcei, Libera, Pax Christi, Gruppo Abele, più i sindacati. La piattaforma della manifestazione del 5 dice: «La pace è di tutte e di tutti. Cessate il fuoco subito, negoziato per la pace. Messa al bando per tutte le armi nucleari. Solidarietà con gli ucraine e le vittime di tutte le guerre».
«Insieme agli amici della società civile abbiamo stabilito la grande manifestazione per la pace - commenta il presidente delle Acli Emiliano Manfredonia - per dare un segnale forte e dire, insieme a Papa Francesco: “tacciano le armi!”. La manifestazione sarà politica e apartitica - ripetono le Acli - perché nessuno si può intestare una pace che riguarda l’Italia e il mondo intero.

Continueremo a sostenere il popolo ucraino: questa settimana abbiamo inviato, insieme a Caritas Italiana, tre ambulanze per due ospedali. Il 5 novembre vogliamo dire che non né mai troppo tardi per sedersi ad un tavolo e cercare un punto di incontro per porre fine al conflitto bellico. Ora il nostro compito è quello di dare voce ad un grande movimento popolare che - conclude - già esiste nel Paese per dire che l’unica via possibile è la pace».

Il no alla guerra in Ucraina e a tutte le guerre, ribadito da Rete italiana pace e disarmo, fa eco alle parole che, proprio ieri, Papa Francesco ha pronunciato all’udienza per la rivista Mondo e missione del Pime, nel 150°. «Vorrei sottolineare le guerre dimenticate: oggi tutti siamo preoccupati, ed è buono che lo sia, con una guerra qui in Europa, ma da anni ci sono guerre, pensate allo Yemen, al Myamar, all’Africa. Ma queste non entrano» nell’opinione pubblica «perché non sono dell’Europa colta. Le guerre dimenticate sono un peccato».

Un momento del sit-in organizzato ieri a sera non lontano dall’amba-sciata russa a Roma

Un momento del sit-in organizzato ieri a sera non lontano dall’amba-sciata russa a Roma - Ansa

Ieri sera intanto alla fermata della metro Castro Pretorio sono arrivate diverse centinaia di persone per il sit-in teoricamente davanti all’ambasciata russa, ma transennata e inavvicinabile in via Gaeta, a 400 metri. Ucraini con le bandiere gialloblu, dissidenti russi, cittadini e molti politici. «Non c’è vera pace senza verità, non c’è verità senza libertà» l’appello scandito dalle associazioni promotrici: Movimento europeo azione nonviolenta (Mean), LiberiOltre, Base Italia, associazione dell’ex segretario Cisl Marco Bentivogli. Al microfono si alternano intellettuali come Luigi Manconi e Leonardo Becchetti, associazioni, e molti esponenti del centrosinistra.

Per il Pd c’è Enrico Letta. «Noi - ha detto - partecipiamo a tutte le manifestazioni che vogliono la fine della guerra e vogliono la pace e che non siano equidistanti. Che dicano con chiarezza che c’è un aggredito, il popolo ucraino e un aggressore, la Russia». C’è il leader di Azione Carlo Calenda, Roberto Giachetti di Iv. Parla Emma Bonino: «Putin dovrà andare all’Aia. Tocca prendere posizione, non è tutto grigio, c’è un aggredito e un aggressore». Nella folla spunta anche una discutibile bandiera ucraina con una Madonna col lanciamissili: «No, è Santa Javelin - spiega Matteo - dal nome dell’arma Usa inviata agli ucraini, una provocazione di un artista canadese».

La presentazione

“Mettiamo al bando tutte le armi nucleari, solidarietà con il popolo ucraino e con le vittime di tutte le guerre”. E’ questo il proposito con cui “Europe for Peace” ha annunciato ieri la Manifestazione nazionale di Roma, il prossimo 5 novembre. Il cartello, che comprende decine di organizzazioni laiche e cattoliche, ha presentato il manifesto del corteo: sfondo nero come la guerra, interrotto dai colori arcobaleno. L’obiettivo è scritto in alto: cessate il fuoco subito.


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