La linea dell'Italia: niente truppe sul campo, solo addestramento

Pochi minuti in videoconferenza per Giorgia Meloni sono bastati per ribadire la posizione di Palazzo Chigi sul futuro dell'Ucraina: serve uno spirito di condivisione tra le due sponde dell'Atlanti
September 3, 2025
La linea dell'Italia: niente truppe sul campo, solo addestramento
Ansa | Giorgia Meloni con il presidente polacco Karol Nawrocki nel cortile di Palazzo Chigi
L’intervento da remoto di Giorgia Meloni è durato pochi minuti. Alla Coalizione dei Volenterosi, alla quale comunque l’Italia ha “aderito”, risultando tra i 26 Paesi che daranno un contributo, la premier ha ribadito e confermato la linea concordata anche con gli alleati di governo: Roma non manderà truppe in Ucraina, a maggior ragione alla luce dei dubbi della Germania, ancora con più convinzione dato che la medesima scelta la fanno alleati forti come la Polonia.
La presidente del Consiglio, recita la nota diffusa dopo il vertice e dopo il confronto dei leader con il presidente Usa Donald Trump, «ha nuovamente illustrato la proposta di un meccanismo difensivo di sicurezza collettiva ispirato all’articolo 5 del Trattato di Washington, quale elemento qualificante della componente politica delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina». In realtà, a quanto risulta, solo la leader italiana ha accennato al meccanismo durante la riunione, anche se resta valido il “placet” di Trump durante la riunione di agosto a Washington. L’opzione resta in campo ed è la più valida, secondo Roma. In serata si dà anche notizia che nei prossimi giorni ci sarà un incontro tecnico a livello di consiglieri per la sicurezza per approfondire la via italiana.
Allo stesso tempo, Palazzo Chigi ribadisce «l’indisponibilità dell’Italia a inviare soldati in Ucraina», mentre nel suo breve intervento Meloni «ha confermato l’apertura a supportare un eventuale cessate il fuoco con iniziative di monitoraggio e formazione al di fuori dei confini ucraini». Rispetto alla postura assunta a Washington, Meloni durante il meeting di ieri è sembrata molto più “europea” sulla richiesta di un cessate il fuoco come condizione ineluttabile per parlare di pace. La parola «formazione» poi dovrebbe essere più pragmaticamente declinata come «addestramento». L’Italia pur non mettendo gli “stivali nel fango” nell’ambito delle garanzie di sicurezza svolgerà un ruolo, a quanto si apprende anche abbastanza cospicuo, per addestrare soldati ucraini e questo potrebbe accadere anche nelle basi italiane in cui sono disponibili gli armamenti più richiesti da Kiev, in particolare i Samp-T. L’azione di addestramento potrebbe valere - ma si è nel campo delle ipotesi - anche per i militari dei Paesi che invece decideranno di inviare truppe, e che potrebbero dover usare gli armamenti forniti dall’Italia per la difesa dell’Ucraina.
La nota riferisce anche la posizione di Meloni al successivo collegamento dei Volenterosi con Donald Trump. «È stato riaffermato - spiega Palazzo Chigi - il senso di unità nel ribadire l’obiettivo comune di una pace giusta e duratura per l’Ucraina», che può arrivare unendo «il continuo sostegno» a Kiev, «il perseguimento di una cessazione delle ostilità» e «il mantenimento della pressione collettiva sulla Russia, anche attraverso lo strumento delle sanzioni». Anche per Meloni, inoltre, le «solide e credibili garanzie di sicurezza» possono essere definite solo «in uno spirito di condivisione tra le due sponde dell’Atlantico», ovvero con un ruolo degli Usa. Secondo quanto si apprende, anche Giorgia Meloni avrebbe respinto l’idea di svolgere a Mosca negoziati per la pace. In questo contesto il governo prepara anche un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina e, probabilmente, a rinnovare il “decreto-cornice” che giustifica gli invii.
La fitta giornata della premier - tra Volenterosi e Consiglio dei ministri - prevedeva anche la visita del presidente della Repubblica polacca Karol Nawrocki. Vicino politicamente a Meloni, e reduce dalla visita alla Casa Bianca, Nawrocki è stato accolto con larghi sorrisi dalla premier italiana. Con il leader polacco Meloni ha «condiviso l’eccellente stato delle relazioni bilaterali e le posizioni assunte con riferimento ai principali dossier dell’attualità internazionale. In particolare - spiega una nota di Palazzo Chigi - la discussione ha permesso di ribadire il comune sostegno agli sforzi per il raggiungimento di una pace giusta e duratura in Ucraina e il costante impegno per la stabilizzazione del Medio Oriente».

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