venerdì 25 maggio 2012
La sala stampa vaticana ha confermato il nome di Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa trovato in possesso "nella sua abitazione in territorio vaticano" di documenti riservati. L'uomo, arrestato mercoledì, ha incontrato due avvocati. Il reato contestato è furto aggravato. Il Papa «colpito e addolorato».
Qualcuno e noi tutti di Marco Tarquinio
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"Confermo che la persona arrestata mercoledì sera per possesso illecito di documenti riservati, è il signor Paolo Gabriele, che rimane tuttora in stato di detenzione". Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. È la prima volta che il nome del maggiordomo infedele del Papa viene ufficialmente comunicato ai giornalisti. I documenti riservati illecitamente detenuti dal maggiordomo infedele del Papa sono stati "rinvenuti nella sua abitazione in territorio vaticano", ha comunicato ancora padre Lombardi. Paolo Gabriele, ha aggiunto, "è cittadino vaticano". L'uomo "ha nominato due avvocati di sua fiducia, abilitati ad agire presso il Tribunale vaticano, e ha avuto la possibilità di incontrarli. Essi - ha spiegato - potranno assisterlo nelle successive fasi del procedimento. Egli gode di tutte le garanzie giuridiche previste dai codici penale e di procedura penale in vigore nello Stato VaticanoL'inchiesta sulla fuga di documenti riservati dall'archivio del Papa, comunque, è giunta a una prima tappa. "Si è conclusa la prima fase di 'istruttoria sommaria' sotto la direzione del Promotore di Giustizia, professor Nicola Picardi, e si è avviata la fase di 'istruttoria formale' condotta dal Giudice istruttore, professor Piero Antonio Bonnet". Lo ha reso noto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha precisato che "attualmente la magistratura ha contestato a Paolo Gabriele semplicemente il reato di furto aggravato. Siamo ad uno stadio molto iniziale del procedimento penale, perciò le quantificazioni di pene gravissime avanzate da alcune testate non hanno ragione di essere".  In Vaticano c'è "grande affetto per la famiglia di Paolo Gabriele, che è conosciuta e amata da tutti", ha continuato il portavoce della Santa Sede, formulando personalmente e con evidente commozione, "l'augurio che la sua famiglia possa superare questo momento". "Lo stato d'animo del Papa - ha poi aggiunto padre Lombardi rispondendo ai giornalisti - lo potete facile immaginare. Tutti quelli che, frequentando il PalazzoApostolico, hanno conosciuto Paolo Gabriele provano oggi dolore e stupore".

IL PAPA "ADDOLORATO E COLPITO" di Gianni CardinaleIn Vaticano è stata «individuata una persona in possesso illecito di documenti riservati». La persona in questione, un laico, è stata arrestata per ulteriori indagini tese a verificare un eventuale collegamento con la fuga di documenti riservati registrata negli ultimi mesi. La notizia è stata diffusa dal notiziario della Radio Vaticana di ieri in questi termini: «Rispondendo a delle domande della stampa, padre Federico Lombardi ha affermato che "l’attività di indagine avviata dalla Gendarmeria sulla diffusione di documenti riservati" vaticani "secondo istruzioni ricevute dalla Commissione cardinalizia e sotto la direzione del Promotore di Giustizia, ha permesso di individuare una persona in possesso illecito" di tale materiale. "Questa persona – ha aggiunto il direttore della Sala Stampa vaticana - si trova ora a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti"». Le fonti autorizzate vaticane, aggiungono, sempre verbalmente e non tramite comunicati ufficiali, che la persona «in stato di arresto» è un «laico». Dalle stesse fonti non viene invece confermata o smentita, per un senso di garantismo e rispetto ormai cancellata dalla memoria collettiva, l’identità della persona inquisita che varie agenzie di stampa nazionali e internazionali e testate online ieri hanno individuato in un giovane padre di famiglia, l’"aiutante di camera", una sorta di maggiordomo dell’appartamento pontificio, Paolo Gabriele. La notizia ha destato comprensibilmente costernazione mista anche a incredulità. Non stupisce che il Papa, come riferisce l’Ansa citando fonti a lui vicine, sia rimasto «addolorato e colpito» dalla vicenda. Tutto sta ora a capire se i fatti fin qui verificati e i sospetti che gravano sull’indiziato verranno corroborati da prove inoppugnabili, che comunque saranno vagliate in primis dal promotore di giustizia, il professor Nicola Picardi, e poi, eventualmente, nel corso di un processo condotto dal sistema giudiziario dello Stato della Città del Vaticano. In quelle sedi si potrà stabilire se la persona in questione abbia effettivamente sottratto illecitamente documenti e se, poi, sia sempre lui una delle fonti o la fonte diretta o indiretta della fuga di carte, anche molto delicate, e della corrispondenza che negli ultimi mesi sono finiti nelle pagine di vari quotidiani e in quelle di un libro di recente pubblicazione. Per una «indagine autorevole» che facesse «piena luce» sulla «divulgazione in televisione, sui giornali ed in altri mezzi di comunicazione di documenti coperti dal segreto d’ufficio» Benedetto XVI ha disposto la costituzione della Commissione cardinalizia citata ieri dalla Radio Vaticana. Ne fanno parte i porporati Julián Herranz, designato a presiederla, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi. La Commissione si è insediata il 24 aprile ed è in base alle sue istruzioni e sotto la direzione del "pm" vaticano Picardi che la Gendarmeria vaticana – cui spettano compiti di polizia giudiziaria – ha fermato la persona arrestata. Quanto sia alta la preoccupazione vaticana per le fughe di documenti si evince dai toni del comunicato rilasciato il 19 maggio in occasione della pubblicazione di un libro che ne conteneva una cospicua mole. Nella nota si denunciava come la «nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile – e obiettivamente diffamatoria – iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso». E si confermava che «la Santa Sede continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre – come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano – e compirà i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia».

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