venerdì 26 aprile 2024
Si pare oggi a Rimini la 46ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Un primo bilancio dell'anno di presidenza e un'indicazione per il futuro: adulti e giovani camminino insieme
Un momento dell’incontro che RnS ebbe con papa Francesco a Roma nel giugno 2017

Un momento dell’incontro che RnS ebbe con papa Francesco a Roma nel giugno 2017 - Siciliani

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Il presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito parla del suo primo anno di guida del movimento carismatico alla vigilia della 46ª Convocazione nazionale che si apre oggi a Rimini Roma Un anno vissuto intensamente. Un movimento vivace. Tante iniziative già avviate. Ma anche la consapevolezza che il cammino deve necessariamente proseguire e che molto resta da fare. Giuseppe Contaldo, presidente di Rinnovamento nello Spirito (RnS) da dodici mesi, fa un bilancio prospettico di questa prima parte della sua esperienza, alla vigilia della 46ª Convocazione nazionale di RnS, che si aprirà oggi a Rimini, per chiudersi domenica.

Presidente, qual è il volto del Movimento un anno dopo?

È stato un anno straordinario, ricco di esperienze spirituali e di grandi momenti. Ben due udienze con papa Francesco di cui una vissuta in forma privata il 21 agosto dello scorso anno. Ricordo la sua accoglienza paterna. Appena sono entrato nel suo studio privato, nel dirmi “buongiorno Giuseppe, ti aspettavo” mi ha fatto sentire figlio e toccare con mano una Chiesa in cui c’è amore, fede e presenza di Dio. Inoltre ho avuto la gioia di visitare molte nostre realtà per le convocazioni regionali che ci sono state. Ho trovato una comunità viva, bella, con lo sguardo pieno di speranza specialmente in questo nostro tempo martoriato. E ho visto la speranza anche del mondo giovanile, che attraversa le nostre realtà, una presenza meravigliosa con un dinamismo e una maturità che mi ha lasciato con il cuore colmo di gratitudine al Signore. Sono stato anche a Gerusalemme lo scorso anno, prima che scoppiasse questo conflitto, e ho condiviso con il cardinale Pizzaballa quella che è la nostra esperienza. In quei luoghi la fede cristiana è vissuta e portata avanti con un coraggio unico. Infine la Conferenza nazionale animatori del 2023 ha visto i rinnovi dei comitati regionali e diocesani. Abbiamo ben seimila animatori.

Ci sono degli aspetti che richiederanno nell’immediato futuro una speciale attenzione?

Effettivamente, se abbiamo tanta gioia, ci sono anche delle lacune da colmare. Anzitutto riprendere le relazioni fraterne che con la pandemia si sono un po’ allentate. Bisogna ricominciare la formazione e spingere perché ritorni a essere un altro elemento cardine delle nostre realtà. Poi, mettere insieme anziani del cammino nel RnS e i giovani, affinché nel passaggio di incarichi ai nuovi che subentrano ci sia quella giusta armonia, quell’accompagnamento che faccia sì che un anziano possa sostenere il giovane. E questo richiede un’attenzione anche da parte del livello nazionale. Vorremmo infine ritornare ai corsi formativi dedicati all’esperienza della consolazione, della guarigione, accompagnando le famiglie e i fidanzati. Da maggio a settembre la nostra casa di Loreto vedrà un susseguirsi di corsi di accompagnamento di questo processo, ogni fine settimana.

Questa Convocazione nazionale si svolge nell’anno della preghiera in preparazione al Giubileo. Per questo avete scelto il tema “Quando pregate dite: Padre”?

Quando il Consiglio nazionale è stato ricevuto dal Papa, il 20 gennaio scorso, Francesco ha ricordato che la preghiera, specie quella di lode, è nel Dna del movimento. Perciò questo aspetto è al centro della Convocazione nazionale. Nel tema c’è la relazione con Dio attraverso la preghiera e la figura del Padre, che in questo nostro tempo è messa in discussione. Ne parleremo attraverso la riflessione sulla parola del “ Padre misericordioso” o “ Figliol prodigo” e con la presenza del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che farà un intervento proprio sul tema della preghiera.

Si pregherà anche per la pace?

Ci saranno vari momenti dedicati alla preghiera per la pace. Invocheremo lo Spirito perché possa scendere nel cuore di tanti uomini e soprattutto di coloro che sono in guerra per infondere quella pace che solo Dio può dare.

Qual è il rapporto del RnS con la pastorale ordinaria delle diocesi e delle parrocchie?

Nel corso di questi anni RnS ha sempre avuto un’attenzione all’impegno nelle parrocchie e nelle diocesi. E il Papa nell’udienza del 20 gennaio ci ha raccomandato di rafforzare la comunione con i vescovi e le Chiese locali. I nostri 1.700 gruppi sono presenti in tutte le regioni d’Italia e in 200 diocesi, a servizio delle comunità parrocchiali. Ogni anno il 14 marzo celebriamo la giornata del ringraziamento che segna il giorno in cui il Consiglio permanente della Cei nel 2002 approvò lo Statuto definitivo. E sono i vescovi a celebrare la Messa in questa occasione. Quindi c’è piena comunione e collaborazione con i pastori locali. Aiutiamo nella carità, con i corsi formativi per il catechismo e la preparazione alla cresima. Accompagniamo le coppie e le famiglie. E anche nel cammino sinodale RnS è in prima linea.

Come vi state preparando al Giubileo?

Ci prepariamo a vivere il prossimo Giubileo 2025 prima di tutto attraverso la preghiera, chiedendo allo Spirito Santo di gridare: “Abbà Padre”. Già da tempo abbiamo messo in cantiere la preparazione al Giubileo, con una convocazione giubilare che vedrà il popolo di RnS radunato a Roma intorno al Papa. Stiamo collaborando al Giubileo di tutti i movimenti che è previsto a maggio del prossimo anno, oltre che al Giubileo delle famiglie e adesso l’Incontro mondiale dei bambini. Inoltre, avvieremo un percorso formativo sulla preghiera. Personale, comunitaria, liturgica, soprattutto la preghiera di lode che non è spontaneismo, ma linfa vitale per ogni cristiano.

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