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Newsletter. La preghiera: «Vieni Gesù, porta il Natale della pace in Ucraina»

giovedì 22 dicembre 2022

Una giovane donna nella neve alla periferia di Leopoli

L'invocazione dei cristiani: «Vieni Gesù, porta il Natale della pace in Ucraina»

«Vieni Gesù, porta il Natale della pace in Ucraina»: questa preghiera è risuonata mercoledì nella basilica di San Nicola a Bari, e dentro i cuori dei cristiani, in Italia e altrove. «La pace non è un sogno», ha aggiunto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, chiedendo, anzi invocando, una tregua dei combattimenti per i giorni di Natale: «Non si compiano azioni militari attive, sia permesso ai cristiani di onorare il Dio della pace, non si profani quel giorno distruggendo le tante Betlemme dove vuole nascere il Signore». Nella (tenue) speranza che almeno domani sulla terra martoriata d'Ucraina risuoni solo il silenzio della preghiera, c'è un'altra pista che sembra promettente: nell'incontro a Washington con il presidente Zelensky arrivato non senza rischi da Kiev, il capo della Casa Bianca, Biden, ha da una parte assicurato nuove e sempre più potenti forniture militari, ma ha anche richiamato a far maturare condizioni per una trattativa con i russi aggressori. Una "pace giusta", l’ha definita il presidente americano, che avrebbe già in mano un piano in 10 punti elaborato dallo stesso Zelensky: non arriverà subito, ma dovrà arrivare il prima possibile, come spiega qui Andrea Lavazza. Trecento giorni di guerra sono stati già superati, tra poche settimane sarà un anno. Nel frattempo, lutti e devastazione sono stati portati nel cuore dell'Europa, il mondo è cambiato e la stessa Russia si trova a un bivio (qui l'analisi dei primi 300 giorni di guerra). A noi non resta che ripetere: «Vieni Gesù, porta il Natale della pace in Ucraina»...

P.s. Il direttore Tarquinio, sollecitato da un lettore, nei giorni scorsi aveva proposto che qualche emittente trasmettesse "Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia", commovente racconto delle tregue spontanee e delle celebrazioni tra nemici (scozzesi, francesi e tedeschi) che avvennero nella Notte Santa del primo anno della Grande Guerra, il 1914. Ebbene, RaiMovie ha risposto all'appello di Avvenire: il film sarà significativamente trasmesso questa sera, sabato 24, alle 21.10, e il giorno di Natale alle 12.

Il Dio Bambino spinga ad ascoltare la voce dei piccoli. La riflessione di don Maurizio Patriciello

Natale. Dio che si fa bambino ricorda agli uomini che al centro dei loro pensieri, dei loro interessi, dei loro affetti debbono esserci i bambini. Che prima dei loro diritti vengono quelli dei bambini. Il Dio piccino ricorda agli adulti che se un solo bambino dovesse rischiare di morire o rimanere mutilato a causa di una bomba sganciata in una guerra criminale, quella guerra, a tutti i costi, deve essere evitata. Il nostro Gesù Bambino annega insieme ai bambini nelle acque gelide di una lingua di mare costretta uccidere e sommergere. La riflessione di don Maurizio Patriciello.

Il lavoro offerto a chi ha il Reddito non dovrà più essere "congruo". Cosa si nasconde dietro a una parolina (cancellata)

Un emendamento alla manovra ha fatto sparire nottetempo la parola "congrua" dall’offerta di lavoro che un percettore del Reddito di cittadinanza è tenuto ad accettare, pena la perdita del beneficio. Da gennaio chi percepisce il sussidio ed è “occupabile” non ha più le due possibilità iniziali e nemmeno l’unica prevista dal governo Draghi di rifiutare una proposta di lavoro, ma già al primo “no” perde il diritto all’assegno. Non solo: l’unica offerta “che non si può rifiutare” non avrà più criteri di "accettabilità", non dovrà essere “congrua” appunto. Non dovrà più, cioè, tener conto delle competenze e delle esperienze maturate dal disoccupato, né prevedere particolari requisiti di durata e impegno orario del contratto: dunque un laureato in lettere, se chiamato, dovrà accettare di lavorare part-time in un cantiere edile o perderà il sussidio. Forse resterà in vigore un limite di distanza dalla residenza, ma i nuovi criteri saranno fissati forse a gennaio. Al di là delle questioni tecniche, conta il messaggio che il governo lancia. Come nota Francesco Riccardi nel suo editoriale, è l'«ennesima dimostrazione di una concezione della povertà come colpa. Che quindi i poveri devono scontare». E c'è anche un altro motivo: «Mandare un messaggio a una parte dell’elettorato di destracentro, quello rimasto deluso e a bocca asciutta per la retromarcia sulle norme relative al limite del pagamento tramite Pos e allo scudo penale agli evasori fiscali (...) . Per ribadire che per i percettori del Reddito di cittadinanza la (presunta) pacchia del divano è finita, mentre può ricominciare quella delle offerte di diversi negozi, bar e ristoranti per lavori da 10 ore al giorno pagati 400 euro al mese, festivi compresi (...) La visione della maggioranza è quella che un disoccupato dovrebbe accettare qualsiasi impiego, in qualsiasi parte del Paese e soprattutto a qualsiasi condizione, altrimenti è solo un fannullone che non deve essere sussidiato dallo Stato. Creando così un enorme “esercito di riserva” a buon mercato per tutti gli imprenditori, compresi quelli con meno scrupoli... ».

Zippalanda non era una leggenda: scoperta la città santa degli Ittiti

Era la città santa degli Ittiti, la sede del "dio della Tempesta" e di un palazzo reale: ma era così misteriosa che c'è chi ha pensato che non fosse più di una leggenda. Zippalanda invece potrebbe essere finalmente riemersa alla luce. Un team internazionale di archeologi guidato dall'Università di Pisa ha infatti riportato alla luce una strana costruzione a forma di cerchio, realizzata durante l'epoca degli Ittiti, nel sito di Uşaklı Höyük, nella Turchia centro-settentrionale, nel cuore dell'altopiano anatolico, databile al II millennio a.C. Il ritrovamento, assieme agli altri fatti nel corso delle precedenti campagne di scavi, potrebbe contribuire a confermare che il sito è veramente l'antica città santa di Zippalanda.

Ettore-Messi e Achille-Mbappè: la sfida epica e quel mantello-capestro sul calcio

L'ultimo articolo - promesso! - sui Mondiali di calcio che si sono conclusi domenica scorsa. A Mauro Berruto, che pubblica una rubrica fissa su Avvenire, la finale è sembrata la rivincita del calcio giocato (al netto delle contraddizioni dell'avere organizzato la competizione in un Paese come il Qatar), una partita leggendaria che ricorda le sfide epiche. Una per tutte: Achille contro Ettore. Se Mbappè e Messi rappresentino l'uno o l'altro, poco importa, anche se Berruto propende per Ettore-Messi, l'eroe perdente che diventa per una volta vittorioso. Ma... c'è un ma: Lionel nel non scrollarsi di dosso il mantello tradizionale del mondo arabo, infilatogli dall'emiro che è anche suo datore di lavoro al Paris St. Germain, ha reso evidente la geopolitica dello sport più di tanti libri. «Quel gesto, proprio un attimo prima della consegna della Coppa del Mondo, in cui un Emiro veste il campione assoluto, nel momento più alto della sua carriera e al termine di una delle partite più belle della storia del calcio, ha un solo significato: ricordare a tutti che il potere, se vuole, il gioco più bello del mondo se lo mangia in un boccone». Qui l'articolo completo.

Quarant'otto ore in barella, senza ricovero. Ma da quando curarsi è diventato un incubo?

Quarant'otto ore in barella, nel Pronto soccorso di un grande ospedale milanese. Una banale caduta per strada, e poi un'altra due giorni dopo. Cinque costole rotte, un dolore forte al petto. Ma non ci sono letti per i ricoveri e inizia un'odissea, fatta di dottori e infermieri impotenti, di pazienti magari non dimenticati ma certamente ignorati per lunghissime ore, che diventano addirittura giorni. Milano, Lombardia. Ma da quando curarsi è diventato un incubo? Se lo chiede una grande firma di Avvenire, Marina Corradi.

Emanuela è morta a 11 anni, la sua famiglia ora cerca una casa decente

Diffondiamo un appello importante, che arriva dalla Calabria e dall'associazione "Il Cenacolo", sperando che possa fiorire un "miracolo" di Natale. Una famiglia composta da papà, mamma e cinque bambini cerca urgentemente una casa che la possa accogliere. La vita è stata particolarmente difficile per loro: nel 2013 i due genitori sono partiti dal Ghana con la loro prima figlia, Emanuela, nata due anni prima. Dopo due anni di prigionia e di violenze in Libia, sono approdati in Italia dove ad aspettarli c'è stata solo miseria e degrado. Da una baraccopoli all'altra, la mamma ha partorito altri cinque bambini, ma Emanuela si è ammalata gravemente tanto che l'8 dicembre è morta a 11 anni per una patologia respiratoria. L'umidità e il degrado della casupola in cui vivevano, nella campagna calabrese, con il bagno esterno, non l'hanno aiutata. La loro storia l'ha raccontata Antonio Maria Mira, e se qualcuno li può aiutare può contattare l'associazione Il Cenacolo di Maropati (Reggio Calabria) al cellulare 338.7909043.

Il Vangelo di domenica (Natale) commentato da padre Ermes Ronchi

Nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo. Il Vangelo di domenica 25 dicembre commentato da padre Ermes Ronchi

Natale del Signore: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste... " LEGGI QUI

Il meglio degli altri

1) Dicembre ’42, -40°C, l’"altra Stalingrado": l’inutile sacrificio dell’Armir. Nel dicembre 1942 i soldati del corpo di spedizione italiano in Russia (Armir) si batterono con valore, ma non poterono nulla contro la superiorità numerica sovietica - da ilSussidiario.net

2) Due anni fa l'incendio che rase al suolo il degradato campo profughi di Lipa, in Bosnia-Erzegovina, lasciando al gelo 1.200 persone. Oggi la vera natura del Centro è rivelata da esponenti della Commissione Europea: un luogo di detenzione contro i migranti che percorrono le rotte balcaniche - da Altreconomia.it

3) Le prime celebrazioni “aperte” dopo le restrizioni imposte dal Covid-19 e la “sorprendente esplosione” dei pellegrinaggi. Parla il patriarca Pizzaballa: il Natale di misericordia è la risposta a ‘sangue e violenze’ in Terra Santa - da Asia News