lunedì 22 febbraio 2016
​I jihadisti del Daesh hanno rivendicato il duplice attacco contro aree sciite. Sempre più difficile per Usa e Russia arrivare al cessate il fuoco.
Domenica di sangue in Siria: 184 morti
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​Una serie di attentati vicino a un santuario sciita, alla periferia della capitale della Siria, e a Homs, rivendicati dai jihadisti dell'Isis (Daesh), hanno ucciso ieri 184 persone. Si tratta di uno dei piùsanguinosi attentati dallo scoppio del conflitto in Siria nel marzo del 2011. Intanto Washington e Mosca lavorano per ottenere un cessate il fuoco.Lo Stato Islamico ha rivendicato la carneficina proprio mentre il segretario di Stato americano, John Kerry, ha riferito che è stato raggiunto un accordo provvisorio con la Russia sui termini di una tregua per mettere fine a cinque anni di brutale conflitto in Siria. L'inviato dell'Onu per la crisi siriana, Staffan De Mistura, ha "condannato con forza" questi attentati, secondo un comunicato diffuso dal suo portavoce.

Vicino Damasco, un'autobomba seguita da due attentati suicidi consecutivi ha colpito l'area vicino al santuario sciita di Sayyida Zeinab e ha provocato 83 morti secondo l'agenzia di stampa Sana, 120 per l'Osservatorio siriano sui diritti umani. Tra le vittime ci sarebbero numerosi bambini: gli attacchi, infatti, sono stati compiuti mentre gli studenti uscivano dalle scuole. L'Osservatorio siriano ha poi riferito che due autobomba hanno ucciso almeno 64 persone, e ne hanno ferite altre decine, nel quartiere a maggioranza alawita di al Zahraa, nella città di Homs, nel centro del Paese.

La situzione molto difficile sul terreno rende complessa l'applicazione del cessate il fuoco, su cui stanno lavorando in particolare gli Stati Uniti e la Russia. Da Amman, il segretario di Stato Usa John Kerry ha annunciato di avere parlato al telefono con il suo omologo russo Sergei Lavrov. "Siamo giunti ad un accordo provvisorio, in linea di principio, sui termini di una cessazione delle ostilità che potrebbe avere inizio nei prosismi giorni", ha spiegato il capo della diplomazia di Washington.
"Non abbiamo ancora concluso" il lavoro "e mi aspetto che il presidente (Barack) Obama e il presidente (Vladimir) Putin possano parlare nei prossimi giorni per cercare di completarlo", ha aggiunto Kerry.
Da parte sua, il ministero degli Esteri russo ha confermato i colloqui con un comunicato. "Due conversazioni telefoniche tra Sergei Lavrov e John Kerry hanno avuto luogo il 21 febbraio sera. Durante queste conversazioni sono stati finalizzati i parametri del cessate il fuoco in Siria, che saranno presentati ai presidenti Obama e Putin", è stato spiegato.
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