lunedì 14 luglio 2014
La decisione durante il Sinodo generale riunito a York, dopo una votazione in cui i tre rami dell’assemblea – vescovi, sacerdoti e laici – hanno espresso parere favorevole. (Andrea Galli)
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La Chiesa d’Inghilterra, Chiesa madre della comunione anglicana, ha detto ufficialmente sì alle donne vescovo. La decisione è arrivata oggi durante il Sinodo generale riunito a York, dopo una votazione in cui i tre rami dell’assemblea – vescovi, sacerdoti e laici – hanno espresso parere favorevole con una maggioranza (richiesta dai regolamenti) di oltre due terzi. Si tratta dell’ultimo, pesante strappo della Chiesa d’Inghilterra rispetto alla tradizione apostolica e che avrà inevitabilmente ripercussioni sul cammino ecumenico, in particolare con la Chiesa cattolica e le Chiese orientali. Si tratta tuttavia anche, come ha sottolineato ieri Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primus inter pares fra i vescovi della comunione anglicana, del «completamento di quanto iniziato 20 anni fa con l’ordinazione sacerdotale delle donne». Un approdo difficilmente evitabile dopo quella svolta. «La sfida per la Chiesa – ha aggiunto Welby – sarà di gestire il disaccordo interno e di continuare a mostrare amore verso coloro che dissentono in base a motivazioni teologiche». Una minoranza, quella a cui ha fatto riferimento l’arcivescovo, che non è scomparsa, anche se nel corso dei mesi è stata via via neutralizzata. La votazione di oggi arriva dopo un tentativo di far passare le donne vescovo andato a vuoto nell’autunno 2012 e dopo una serie di passaggi interlocutori, serviti per trovare la quadra. Ora servirà un pronunciamento della commissione legislativa del Sinodo e della commissione ecclesiastica del Parlamento britannico, dopo di che, al prossimo Sinodo di novembre, la decisione diventerà esecutiva, legge della Chiesa d’Inghilterra. Secondo il quotidiano Guardian sempre a novembre potrebbe esserci la nomina della prima donna vescovo, probabilmente come ausiliare di una diocesi.
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