mercoledì 11 giugno 2014
​L'anziano curato Gérard Riffard oggi dal giudice per aver ospitato una 40ina di africani. Il vescovo Lebrun lo difende: cosa doveva fare, lasciare persone sulla strada?  
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​In Francia un parroco è stato convocato oggi da un tribunale di primo livello (Tribunal de police) per aver aperto le porte della sua chiesa a una quarantina di richiedenti asilo africani. "La giustizia può dire ciò che vuole, mi è assolutamente impossibile lasciare dormire un bebé di fuori", protesta don Gérard Riffard, parroco della chiesa di Sainte-Claire a Montreynaud, diocesi di Saint-Etienne, nella Loira, spiegando che "i rifugiati che accolgo provengono in maggioranza dalla Repubblica democratica del Congo, dall'Angola... hanno lasciato il loro Paese perché erano in pericolo di vita".Lo scorso agosto, la commissione municipale di sicurezza ha lanciato le ispezioni nella chiesa. "Impossibile ospitare in quelle condizioni", hanno decretato gli ispettori. Ma Riffard ha continuato ad accogliere i rifugiati e oggi è convocato davanti ai giudici. Manifestazioni di solidarietà nei confronti del parroco sono arrivate, tra l'altro, da monsignor DominiqueLebrun, responsabile della diocesi di Saint-Etienne: "Cosa deve fare un prete, un cristiano: lasciare degli individuinell'insicurezza della strada oppure aprire le sue modeste porte?". "Riffard oggi non sarà solo", scrivono i giornali locali e i siti come www.leprogres.fr: accanto a lui ci sono numerosi fedeli e i rappresentanti della Lega dei diritti dell'uomo.
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