venerdì 17 maggio 2013
​Dopo il via libera di ieri del Consiglio costituzionale francese alla legge sul matrimonio gay, è arrivata anche la promulgazione del presidente Hollande. Il primo matrimonio gay sarà siglato il 29 maggio a Montpellier.
Il no di intellettuali cattolici e laici​ (Daniele Zappalà, 26 aprile 2013)
 
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In un Paese profondamente spaccato, il progetto di legge più contestato nella Francia del Dopoguerra, quello volto ad autorizzare nozze e adozioni gay, ha superato ieri l’ultimo esame istituzionale prima della promulgazione, avvenuta questa mattina, da parte del presidente socialista François Hollande. Ora la legge è esecutiva, tanto che le prime nozze gay saranno siglate a Montpellier il prossimo 29 maggio. Lo ha annunciato il sindaco della cittadina, la socialista Helene Mandroux. Nella sua decisione pubblicata ieri, il Consiglio costituzionale, alto organismo di verifica legislativa, ha espresso riserve sul testo, ma senza avanzare quelle obiezioni formali o sostanziali che avrebbero potuto quantomeno amputare le parti più controverse del provvedimento, come sperava il fronte vastissimo che negli ultimi mesi ha manifestato il proprio rifiuto in ogni modo e angolo del Paese. Il Consiglio ha concentrato i suoi rilievi critici soprattutto su un aspetto: in nome della centralità dell’«interesse del bambino», la legalizzazione dell’adozione non è un «diritto al figlio». Un punto, questo, che pare alludere a un’opposizione dell’organismo ad eventuali tentativi futuri d’innesto nella legge dell’accesso delle coppie omosessuali alla procreazione assistita, nel caso delle donne, o alla maternità surrogata. Tecnicamente, erano stati 60 deputati e 60 senatori dell’opposizione neogollista e centrista a sottoporre al giudizio del Consiglio una serie di passaggi e d’implicazioni del provvedimento, già considerati anche da eminenti giuristi come potenzialmente in attrito con la Carta fondamentale francese, oltre che con almeno due Convenzioni internazionali già ratificate dalla Francia. In prospettiva futura, invece, diversi esponenti dell’opposizione neogollista hanno promesso un ritiro del provvedimento in caso di alternanza al potere. Intanto, le nuove proteste già programmate non saranno annullate e si attende in particolare un nuovo fiume umano a Parigi il 26 maggio. Inoltre, circa 15mila sindaci hanno già annunciato che delegheranno i riti ad altri esponenti municipali. E mentre in Francia i giudici annunciavano la loro decisione, anche il Portogallo apriva alle adozioni. Il Parlamento di Lisbona ha infatti approvato una riforma che consente per le coppie gay sposate l’adozione da parte di uno dei due coniugi del figlio biologico o adottivo dell’altro. Le nozze gay sono state approvate nel Paese nel 2010.
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