lunedì 29 agosto 2016
​A Pordenone, ricordando la figura di Celso Costantini, primo delegato apostolico in Cina, il segretario di Stato parla dei nuovi rapporti con Pechino. Che subito replica: abbiamo molte speranze.
Parolin: con la Cina dialogo positivo
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Una "nuova stagione nei rapporti" tra Santa Sede e Cina, per la quale ci sono "molte speranze e attese", sarebbe a beneficio "dell'intero Paese", oltre che della stessa pace mondiale. E le eventuali ed auspicate relazioni diplomatiche sarebbero "funzionali" al bene "di tutto il popolo cinese" e "all'armonia dell'intera società". Un passo, questo, per cui occorre anche il "perdono reciproco" e la riconciliazione tra fratelli, inclusi i cattolici cinesi, ora divisi. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, intervenendo ieri al seminario vescovile di Pordenone a un convegno sulla figura del cardinale Celso Costantini, primo delegato apostolico in Cina negli anni '20 e antesignano della presenza della Chiesa cattolica nel Paese, ha confermato con quanta attenzione Papa Francesco stia guardando a oriente. E questo proprio mentre sono in corso trattative riservate tra i due Paesi, che hanno rotto i rapporti diplomatici nel 1951, per raggiungere un accordo sulla spinosa questione della nomina dei vescovi. Positive le reazioni di Pechino. a Cina ha "notato i positivi commenti da parte del Vaticano. Da parte nostra, sicuramente vogliamo avere relazioni amichevoli e migliori, ma abbiamo i nostri principi e siamo molto chiari su questo". Lo ha detto Hua Chunying, portavoce del ministero egli Esteri, sulle valutazioni del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin secondo cui una "nuova stagione nei rapporti" tra Santa Sede e Cina, per la quale ci sono "molte speranze e attese", sarebbe a beneficio "dell'intero Paese", oltre che della stessa pace mondiale. "Abbiamo canali di comunicazione molto efficaci: conosciamo molto bene posizioni e preoccupazioni reciproche e per questo speriamo di poter lavorare insieme per raggiungere ulteriori progressi nelle nostre relazioni", ha poi aggiunto Hua, nell'incontro quotidiano con la stampa: " Penso sia una cosa buona per entrambe le parti". Hua ha poi notato che "siamo positivi e sinceri nel migliorare le relazioni col Vaticano e col nuovo Papa, ma abbiamo naturalmente alcuni principi su cui insistiamo. Abbiamo visto progressi tra Cina e Vaticano. Manteniamo tranquilli, amichevoli ed efficaci canali di comunicazione. Ci sono progressi nelle nostre relazioni. Speriamo di lavorare insieme col Vaticano per continuare a migliorare le nostre relazioni. Il discorso del cardinale Parolin "Molte sono le speranze e le attese per nuovi sviluppi e una nuova stagione nei rapporti tra la Sede Apostolica e la Cina, a beneficio non solo dei cattolici nella terra di Confucio, ma dell'intero Paese, che vanta una delle più grandi civiltà del pianeta", ha detto Parolin ne suo discorso a Prodenone. "Oserei dire che tutto ciò sarà a beneficio anche di una ordinata, pacifica e fruttuosa convivenza dei popoli e delle Nazioni in un mondo, come il nostro, lacerato da tante tensioni e da tanti conflitti". Il segretario di Stato ha voluto "sottolineare con forza questo concetto": "le auspicate nuove e buone relazioni con la Cina - comprese le relazioni diplomatiche, se così Dio vorrà! - non sono fine a sé stesse o desiderio di raggiungere chissà quali successi mondani, ma sono pensate e perseguite, non senza timore e tremore perché qui si tratta della Chiesa, che è cosa di Dio, solo in quanto funzionali - ripeto - al bene dei cattolici cinesi, al bene di tutto il popolo cinese e all'armonia dell'intera società, in favore della pace mondiale".    Papa Francesco, ha sottolineato, "conosce bene il bagaglio di sofferenze, di incomprensioni, spesso di silenzioso martirio che la comunità cattolica in Cina porta sulle proprie spalle: è il peso della storia!" Ma conosce pure, "insieme alle difficoltà esterne ed interne, quant'è vivo l'anelito alla comunione piena con il Successore di Pietro". "E conosce e incoraggia - ha proseguito -, soprattutto nel contesto del Giubileo della Misericordia, il perdono reciproco, la riconciliazione tra fratelli e sorelle che sperimentano la divisione, lo sforzo di crescere nella comprensione, nella collaborazione, nell'amore!". Per il segretario di Stato, "si tratta di scrivere una pagina inedita della storia", guardando avanti "con fiducia" e "sano realismo", "per assicurare un futuro in cui i cattolici cinesi possano sentirsi profondamente cattolici, ancor più visibilmente ancorati alla salda roccia che, per volontà di Gesù, è Pietro, e pienamente cinesi, senza rinnegare o sminuire tutto quello che di vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato ha prodotto e continua a produrre la loro storia e la loro cultura". Parlando con i giornalisti prima della conferenza, Parolin ha detto che il suo "auspicio è che questo cammino che si è incominciato possa andare avanti e concludersi con un accordo a beneficio della Chiesa in Cina e di tutto il popolo cinese". "La cosa più importante è che si sta facendo strada - ha aggiunto - si sono ripresi i contatti e si sta camminando, credo con buona volontà da entrambe le parti, per poter arrivare veramente a un accordo che sia soddisfacente per tutti".
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