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Newsletter. Il Papa vuole una Chiesa italiana «inquieta» e «creativa»

venerdì 26 maggio 2023

Papa Francesco incontra i referenti del Cammino sinodale della Chiesa italiana

Il Papa vuole una Chiesa italiana «inquieta» e «creativa» nel Cammino sinodale

Quattro giorni ad alta intensità, per temi, confronti e idee: sono quelli che i vescovi italiani hanno vissuto in Vaticano per la loro assemblea generale annuale, convocata dalla Cei anzitutto per riflettere sui passi del Cammino sinodale in corso in tutte le diocesi del Paese e arrivato al punto di svolta tra il primo biennio dedicato dell’ascolto e una nuova fase di riflessione su quanto emerso negli incontri di base. Attorno al tema generale – «In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Passi verso il discernimento» – da lunedì 22 a giovedì 25 hanno riflettuto non solo i vescovi delle 226 diocesi italiane ma anche i referenti territoriali del Cammino sinodale. A offrire molti spunti ai lavori in Vaticano il dialogo del Papa con i vescovi, nella giornata inaugurale, l’ampia introduzione ai lavori del cardinale Zuppi, presidente della Cei, sui principali temi ecclesiali, sociali e politici nell’agenda italiana e globale, e il formidabile discorso dello stesso Francesco ai partecipanti all’incontro nazionale dei referenti: una riflessione, quest’ultima, nella quale il Papa ha invitato la Chiesa italiana a «essere una Chiesa “inquieta” nelle inquietudini del nostro tempo. Siamo chiamati a raccogliere le inquietudini della storia e a lasciarcene interrogare, a portarle davanti a Dio, a immergerle nella Pasqua di Cristo», perché «il grande nemico di questo cammino è la paura». Un rischio che si può prevenire «coltivando la libertà e la creatività proprie di chi testimonia la lieta notizia dell’amore di Dio rimanendo radicato in ciò che è essenziale». Anche per questo Zuppi invita tutti a non cadere nel pessimismo: «Se alziamo gli occhi e guardiamo, ci accorgiamo come la timidezza e il pessimismo non solo non siano giusti, ma talvolta infondati. Il Cammino sinodale ci educa al discernimento e alla lettura dei segni dei tempi». (Francesco Ognibene)

Qui i commenti di Mimmo Muolo, Riccardo Maccioni, Francesco Ognibene e Antonio M. Mira.

La Romagna ancora nel fango cerca (e trova) la solidarietà di tutta Italia

Lotta ancora nel fango e nell'acqua, la Romagna, a oltre una settimana dall'alluvione. Le strade di Forlì e Faenza, i paesi e le campagne del Ravennate, dove si è recata la nostra Viviana Daloiso, sono l'epicentro di un disastro che solo le immagini possono raccontare: le persone si muovono come fantasmi cercando di raccogliere ciò che resta dei ricordi di una vita, tra cumuli e cataste di macerie per cui adesso è diventato impossibile persino trovare spazio. Li sistemano alle periferie delle città, davanti ai palazzetti dello sport, sui campi da calcio ricoperti dalla melma. Don Loriano cerca di salvare quelli del suo oratorio, diventato una piscina. Gianluca mostra le sue ciliegie e le bietole, perse per sempre. I dimenticati del campo rom urlano la rabbia d'essere stati dimenticati. Un pezzo d'Italia in ginocchio cerca - e per fortuna trova - la solidarietà di tutti, soprattutto dei più giovani, che scaturisce, come osserva il sociologo Mauro Magatti nel suo editoriale di oggi, dalla «disposizione originaria dell’umano: l’empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro. Da cui poi nasce la solidarietà».

La missione di pace vaticana per l'Ucraina: una piccola breccia a Mosca?

Per la prima volta dall'annuncio, sabato scorso, della mediazione vaticana nella crisi ucraina che papa Francesco ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, il Cremlino si esprime sull'iniziativa. Mosca valuta «positivamente l'iniziativa di pace del Vaticano», anche se «finora la Santa Sede non ha preso iniziative per il viaggio di un emissario in Russia», ha detto un portavoce del ministro degli Esteri Sergeij Lavrov. «Prendiamo atto del sincero desiderio della Santa Sede di promuovere il processo di pace», ha aggiuto. Che sia una prima piccola breccia nel muro di Mosca? Dell'importanza di cercare una mediazione a tutti i costi parla in questo commento lo storico Agostino Giovagnoli.

Cent'anni di don Milani, ecco come sarebbe oggi: «Obbedientissimo e scomodissimo»

L’essenziale è «far parlare lui». E sottrarre la figura di don Lorenzo Milani a «interpretazioni» più o meno fedeli del suo pensiero. Rosy Bindi ha le idee chiare sul compito che la attende come presidente del Comitato nazionale per il centenario della nascita del priore di Barbiana, che prende avvio oggi con l'arrivo nel suo paese del capo dello Stato Mattarella e del presidente della Cei, cardinale Zuppi: «Riconsegnare all’Italia un grande italiano, riconsegnare un grande credente all’intera comunità ecclesiale». Qui l'intervista di Marco Iasevoli e alcuni recenti interventi pubblicati da Avvenire sull'affascinante figura e la straordinaria attualità di don Milani: Milena Santerini parla della scuola e della lotta alla dispersione, Andrea Riccardi presenta l'ultima biografia scritta dall'ex allievo Michele Gesualdi e infine Michele Brancale illustra i libri più recenti e mette in guardia dal pericolo di "sdottorare" su don Milani.

Perché un caso come il rapimento di Edgardo Mortara non potrebbe più ripetersi

È uscito nelle sale il 25 maggio l'ultimo film di Marco Bellocchio, "Rapito", ispirato a una storia vera che risale all'Ottocento. In breve: nel 1858 un bambino ebreo bolognese, Edgardo Mortara, battezzato di nascosto dalla sua nutrice che lo riteneva in punto di morte, viene rapito da soldati dello Stato Pontificio affinché papa Pio IX lo crescesse nella fede cattolica e nessuna supplica dei genitori, nessun braccio di ferro politico valsero a riportarlo indietro. Una storia terribile, che ha ispirato molti libri e intensi dibattiti. Sta accadendo anche per il film di Bellocchio. Tocca a uno storico puntuale come Agostino Giovagnoli mettere qualche puntino sulle i. «Un film non è un’opera di storia, ma una creazione artistica in cui un eventuale nucleo storico viene utilizzato per inviare un messaggio che vale per l’oggi». E la storia mostra che Pio IX fu prigioniero di una concezione errata circa l’uso della forza materiale per imporre un bene spirituale.

"In fretta si va": l'inno in italiano della Gmg 2023 a Lisbona. Ascoltatelo qui

“In fretta si va”, è la versione italiana di “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno della Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023, ispirata al tema "Maria si alzò e andò in fretta" (Lc 1,39). Il Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile della Cei ha affidato la versione italiana al musicista Valerio Baggio e al paroliere Valerio “Lode” Ciprì, tra i fondatori del Gen Rosso, che ha tradotto il testo, entrambi già autori di celebri inni. La voce italiana è della giovane cantante Benedetta Belotti. Ascoltatelo qui.

La gastroscopia senza tubi: anteprima mondiale al Gemelli

Una svolta nella diagnostica dei tumori: la gastroscopia, strumento necessario per scovare le lesioni anche allo stadio iniziale, potrà essere eseguita senza il fastidioso tubo che dall’esofago raggiunge gli angoli più remoti dello stomaco. Basterà una video-capsula robotizzata lunga 27 millimetri - praticamente una pastiglia - e ingeribile con un bicchiere d'acqua. La prima “gastroscopia senza tubo del mondo” è stata utilizzata nel corso del Congresso “EndoLive” (24-26 maggio) ospitato nell’Auditorium dell’Università Cattolica, Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. Ne parla qui Vito Salinaro.

Il Vangelo di Pentecoste (28/5) commentato da padre Ermes Ronchi / PODCAST

Il Vangelo di domenica 28 maggio commentato da padre Ermes Ronchi.

Pentecoste, la sinfonia di linguaggi dello Spirito (domenica 28/05/2023).

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!» / ASCOLTA IL PODCAST