venerdì 8 marzo 2024
Nella parrocchia di San Pio V a Roma Francesco ha presieduto la celebrazione penitenziale, accolto da 1.500 persone. «Dio non si stanca mai di perdonare. Noi ci stanchiamo di chiedere perdono»
Il Papa durante le confessioni a San Pio V

Il Papa durante le confessioni a San Pio V - ANSA

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La gioia e l‘entusiasmo all’arrivo sul sagrato. Le grida di “Viva il Papa” e gli applausi alla fine della celebrazione. E in mezzo tanto raccoglimento e preghiera. Sintetizzati nella formula che Francesco fa ripetere più volte ai 1.500 fedeli assiepati nella parrocchia di San Pio V all’Aurelio, dove ieri pomeriggio il Vescovo di Roma ha presieduto la celebrazione principale di “24 ore per il Signore” e ascoltato per più di mezz’ora le confessioni di nove penitenti. «Gesù, se vuoi, puoi purificarmi».

Il rito, iniziato poco dopo le 16,30, si protratto fin quasi alle 18,00, quando il Papa, dopo aver salutato i malati presenti è tornato in Vaticano a bordo di una 500 bianca. Una celebrazione semplice e intensa, che ha visto alternarsi canti e preghiere, letture, salmi e la proclamazione del Vangelo delle beatitudini. Un momento in cui Francesco è tornato in pratica a fare "il parroco".
Accolto dal parroco don Donato Le Pera, e accompagnato tra gli altri dal pro-prefetto del Dicastero dell’Evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, e dal reggente della Prefettura della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza, il Pontefice ha percorso in carrozzella la navata centrale, mentre il Coro parrocchiale intonava l’Inno del Giubileo del 2025, e giunto nei pressi dell’altare centrale ha dato inizio al rito.

Un momento della celebrazione penitenziale a san Pio V

Un momento della celebrazione penitenziale a san Pio V - ANSA

«Non rinunciamo al perdono di Dio, al sacramento della Riconciliazione - ha detto nell’omelia letta personalmente, così tutte le preghiere e monizioni della liturgia - . Non è una pratica di devozione, ma il fondamento dell’esistenza cristiana; non è questione di saper dire bene i peccati, ma di riconoscerci peccatori e di buttarci tra le braccia dell’amore di Gesù crocifisso per essere liberati; non è un gesto moralistico, ma la risurrezione del cuore».

Perciò ha esortato: «Rimettiamo il perdono di Dio al centro della Chiesa». E a braccio ha aggiunto: «Dio non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. E poi rivolto ai sacerdoti: «Cari fratelli, perdoniamo, perdoniamo sempre come Dio che non si stanca di perdonare e ritroveremo noi stessi; concediamo sempre il perdono a chi lo domanda e aiutiamo chi prova timore ad accostarsi con fiducia al sacramento della guarigione e della gioia. E voi non domandate troppo».
Sono raccomandazioni costanti sulla bocca del Papa, quando parla del sacramento della riconciliazione. Ieri a San Pio V ha invitato a scrollarsi di dosso «la cenere che si è depositata sul cuore» e che «nasconde la bellezza alla vista della nostra anima». Se non lo facciamo «Dio, che nella vita nuova è nostro Padre, ci appare come un padrone; invece di affidarci a Lui, contrattiamo con Lui; invece di amarlo, lo temiamo. E gli altri, anziché essere fratelli e sorelle, in quanto figli dello stesso Padre, ci sembrano ostacoli e avversari».

Per questo il Pontefice ha messo in guardia dalla «brutta abitudine: quella di trasformare i nostri compagni di cammino in avversari e tante volte lo facciamo eh... i difetti del prossimo ci paiono esagerati e i loro pregi nascosti; quante volte siamo inflessibili con gli altri e indulgenti con noi stessi. Avvertiamo una forza inarrestabile a compiere il male che vorremmo evitare». Invece occorre ripetere, appunto, «Gesù, se vuoi, puoi purificarmi». «Dal pensare di non avere bisogno ogni giorno di te, Gesù -ha enumerato il Papa -. Dal convivere pacificamente con le mie doppiezze, senza ricercare nel tuo perdono la via della libertà. Quando ai buoni propositi non seguono i fatti, quando rimando la preghiera e l’incontro con te. Quando scendo a patti col male, con la disonestà, con la falsità, quando giudico gli altri, li disprezzo e sparlo di loro, recriminando su tutti e tutto. E quando mi accontento di non fare del male, ma non compio del bene servendo nella Chiesa e nella società».

Il Papa saluta i fedeli fuori dalla parrocchia

Il Papa saluta i fedeli fuori dalla parrocchia - ANSA

Anche lo schema generale per l'esame di coscienza proposto nel libretto della celebrazione faceva riferimento a comportamenti concreti. Ad esempio «ho pagato regolarmente le tasse? Ho procurato o consigliato l’aborto?». E ancora: «Nella vita matrimoniale sono rispettoso dell’insegnamento della Chiesa? Guidando la macchina ho esposto al pericolo la mia vita o quella degli altri? Ho rubato? Ho ingiustamente desiderato la roba d'altri? Per quanto dipende da me, difendo gli oppressi specialmente i poveri, i deboli, i vecchi, gli emarginati, gli immigrati?». «Gesù, rinnovami e tornerò a camminare in una vita nuova», ha concluso il Papa.

Il Papa con il parroco di san Pio V, don Donato Le Pera, durante l'adorazione eucaristica

Il Papa con il parroco di san Pio V, don Donato Le Pera, durante l'adorazione eucaristica - ANSA

Al termine il parroco, don Le Pera, commenta: «La presenza del Santo Padre resterà per noi un momento indimenticabile. Un segno di ripartenza e uno scossone per la nostra fede». In ricordo della visita, il sacerdote ha donato al Papa una riproduzione della Madonna del Riposo, dipinto custodito nella vicina chiesetta omonima.

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