lunedì 22 aprile 2024
Durante la consueta preghiera festiva di mezzogiorno, Francesco ha rilanciato l'appello a coltivare il dialogo per fermare la guerra. La riflessione sulla figura del Buon Pastore.
Il Papa durante il Regina Caeli del 21 aprile 2024

Il Papa durante il Regina Caeli del 21 aprile 2024 - Ansa

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Non si ceda «alla logica della rivendicazione e della guerra; prevalgano invece le vie del dialogo e della diplomazia, che può fare tanto»: è un ulteriore accorato appello quello lanciato ieri da papa Francesco al termine della consueta preghiera festiva del Regina Caeli. «Prego ogni giorno per la pace in Palestina e in Israele e spero che quei due popoli possano presto smettere di soffrire – ha detto il Papa dal balcone dell’appartamento pontificio rivolgendosi ai fedeli presenti in piazza San Pietro –. E non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la martoriata Ucraina che soffre tanto per la guerra».

Il Pontefice ha ricordato anche la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrava ieri e che era dedicata al tema “Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”. «È una bella occasione per riscoprire la Chiesa quale comunità caratterizzata da una polifonia di carismi e di vocazioni al servizio del Vangelo – ha sottolineato il Papa –. In tale contesto rivolgo di cuore il mio saluto ai nuovi presbiteri della diocesi di Roma, che sono stati ordinati ieri pomeriggio nella Basilica di San Pietro».

E riflettendo poi sul Vangelo del Buon Pastore, al centro della IV Domenica di Pasqua, Bergoglio ha notato che con questa immagine Dio ci offre un messaggio preciso: «Non solo Lui è la guida, il Capo del gregge, ma soprattutto che pensa a ciascuno di noi, e ci pensa come all’amore della sua vita. Pensiamo a questo: io per Cristo sono importante, Lui mi pensa, sono insostituibile, valgo il prezzo infinito della sua vita. E questo non è un modo di dire: Lui ha dato veramente la vita per me, è morto e risorto per me – ha proseguito il Papa –. Perché? Perché mi ama e trova in me una bellezza che io spesso non vedo».

Oggi, ha aggiunto il Papa, «Gesù ci dice che noi per Lui valiamo tanto e sempre. E allora, per ritrovare noi stessi, la prima cosa da fare è metterci alla sua presenza, lasciarci accogliere e sollevare dalle braccia amorevoli del nostro Buon Pastore».

Al termine Francesco ha rivolto un pensiero anche a padre Matteo Pettinari, giovane missionario della Consolata in Costa d’Avorio, conosciuto come il “missionario instancabile”, morto in un incidente stradale qualche giorno fa.

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