mercoledì 27 marzo 2024
A causa del drammatico invecchiamento e della natalità ai minimi storici, le imprese si convertono alla produzione di articoli per adulti. Un mercato che vale due miliardi di dollari
La popolazione giapponese invecchia sempre più rapidamente

La popolazione giapponese invecchia sempre più rapidamente - ANSA

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È una migrazione. Una riconversione per adattarsi al mercato e alle sue esigenze. I produttori giapponesi stanno progressivamente abbandonando la produzione di pannolini per bambini, migrando verso i prodotti per adulti. Il motivo? È semplice: il primo mercato si sta assottigliando sempre più, il secondo è, invece, in continua, inarrestabile, espansione. L’ultima azienda a fare il salto, come segnalato dalla Bbc, è Oji Holdings, che si arresa dinanzi a un dato: in Giappone da più di un decennio, le vendite di assorbenti per l'incontinenza dedulti hanno superato quelle dei pannolini per neonati. L’azienda ha visto le vendite crollare da un picco di circa 700 milioni nel 2001 ai 400 milioni di oggi. I programmi per il futuro? Oji Holdings continuerà a vendere pannolini sul mercato interno fino all’esaurimento delle scorte per poi rilanciare la produzione in Paesi come Indonesia e Malesia dove, grazie a tassi di natalità ancora “generosi”, si prevede che la domanda sia destinata a crescere. Non si tratta di un’occorrenza solitaria. Unicharm, il più grande produttore del Paese, ha fatto sapere che il sorpasso è avvenuto da tempo tanto che oggi i prodotti per l’incontinenza per adulti costituiscono il 33% delle vendite nette dell’azienda, rispetto al 25% stimato nel 2018. D’altronde il mercato dei prodotti sanitari per adulti è in crescita costante e si stima che valga più di 2 miliardi di dollari.

Per il Guardian siamo davanti a un segno dei tempi. Un “sintomo” di un fenomeno drammatico e complesso, e apparentemente irreversibile: la “depressione demografica”, il restringimento progressivo della popolazione che minaccia di travolgere le strutture sociali ed economiche, in particolare delle economie mature. Secondo uno studio realizzato dall’Institute for Health Metrics and Evaluation, il futuro, almeno di una parte del mondo, resterà inchiodato a tassi di fertilità bassi. Entro il 2050 «oltre tre quarti (155 su 204) dei Paesi non avranno tassi di fertilità sufficientemente elevati per sostenere la dimensione della popolazione nel tempo; questa percentuale aumenterà fino al 97% entro il 2100».

Nel 2023 i neonati in Giappone sono stati solo 758.631

Nel 2023 i neonati in Giappone sono stati solo 758.631 - ANSA

Il Giappone è uno dei Paesi più esposti e vulnerabili. Le nascite hanno toccato il minimo storico di 758.631 nel 2023, mentre i decessi sono stati 1.590.503. Nel 2022, i bambini sotto i 15 anni rappresentavano meno del 12% della popolazione del Paese, le persone di età pari o superiore a 65 anni quasi il 30%. Più del 10% dei giapponesi ha oggi almeno 80 anni. Gli scenari futuri sono catastrofici. Si prevede che la popolazione giapponese crollerà dagli attuali 125 milioni a circa 88 milioni nel 2065, un calo del 30% in 45 anni. Il primo ministro Fumio Kishida ha più volte lanciato l’allarme, parlando di una sfida esiziale, di una «crisi esistenziale» per un Paese sull’orlo della “sparizione”, promettendo un mix di interventi, fatti di maggiori aiuti finanziari alle famiglie, di un più facile accesso all’assistenza all’infanzia e più congedi parentali.

Se Tokyo trema, non sta meglio la Corea del Sud che detiene il triste primato del tasso di natalità più basso al mondo: 0,72 figli per donna. Qual è il viluppo di cause – culturali, economiche, antropologiche – che frena la natalità? I sudcoreani non hanno dubbi: al primo posto c’è l’alto costo dell’educazione dei figli. Secondo un sondaggio pubblicato dal Korea Times, “la spesa per l'istruzione” è la causa principale che spinge le famiglie sudcoreane a non avere figli. Secondo un rapporto pubblicato dallo YuWa Population Research Institute, il costo per crescere un bambino in Corea è il più alto al mondo, 7,79 volte superiore al Pil pro capite.

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