lunedì 23 marzo 2015
Il testo dell'ex ministro delle Pari Opportunità fa discutere. E la situazione, invece di avvicinarsi a una sintesi, diventa sempre più confusa. (Angelo Picariello)
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Sulle unioni civili spunta ora anche un testo Carfagna. L’ex ministro delle Pari Opportunità ha depositato alla Camera nei giorni scorsi una nuova proposta, che è stata oggi illustrata nel corso di un incontro tenutosi presso la sala Aldo Moro di Montecitorio. Proposta sottoscritta anche da altre donne del partito azzurro, come Stefania Prestigiacomo, Elena Centemero, Deborah Bergamini, Michela Vittoria Brambilla, Annagrazia Calabria, Gabriella Giammanco, Jole Santelli e Renata Polverini.Una proposta non molto innovativa rispetto al testo in discussione al Senato in Commissione Giustizia. Al pari del testo Cirinnà, al di là della asserita volontà di non accordare l’adozione e di non voler creare un simil-matrimonio resta di fatto una impostazione tendenzialmente equiparante, con la prospettiva che possa essere chiesta l’equiparazione totale o attraverso un ricorso alla Corte Costituzionale in base al principio di uguaglianza (come paventa il senatore di Ncd Maurizio Sacconi) o con una richiesta di trascrizione in Italia di matrimoni contratti all’estero.Il testo, nell’escludere la possibilità di adozione include tutt’una serie di previsioni, alcune ormai pacifiche nel dibattito politico, altre oggetto di discussione anche all’interno dei partiti: dal diritto di assistenza ospedaliera al risarcimento danni in caso di morte derivante da un fatto illecito, con un’equiparazione allo status dei coniugi prevista per il regime fiscale, previdenziale e successorio, e anche nel diritto alla casa. Esplicita all’articolo 19 anche l’applicazione della “disciplina dell’unione omoaffettiva” così come regolamentata dalla nuova disciplina, anche a persone che abbiano contratto all’estero matrimonio e ne chiedano la trascrizione in Italia.La proposta incontra il favore dell’associazione Gay lib, promotrice dell’incontro di oggi, mentre Alessandro Cecchi Paone rivendica di aver lavorato alla sua stesura, d’intesa con Francesca Pascale, con l’avallo – assicura – dello stesso Silvio Berlusconi.Naturalmente si tratta ora di verificare l’andamento del dibattito soprattutto al Senato, che è il ramo del Parlamento da cui parte la proposta sulle unioni civili, oggetto di grande dibattito nello stesso Pd, in gran parte perplesso su alcuni aspetti del testo redatto dalla relatrice Monica Cirinnà che lo ha di recente riscritto, ma senza apportare particolari modifiche. La vicepresidente del Senato Sabina Fedeli, del Pd, auspica convergenze in Parlamento.E il nuovo testo reca già, in realtà, le firme, oltre che di Forza Italia, anche di alcuni deputati del Pd. Il presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama Nitto Palma, di Forza Italia, prova a mediare ricordando che la proposta illustrata oggi è molto differente da quella formalizzata dai senatori azzurri Caliendo, Malan, Falanga e Cardiello, che si occupa – ricorda – anche delle unioni fra persone di diverso sesso, senza dar luogo a una disciplina specifica per le unioni gay. “Urge una riunione dei gruppi di Forza Italia”, chiede Palma. Una proposta condivisa dal vice capogruppo al Senato Maurizio Gasparri: "Questa è una babele". E la situazione, invece di avvicinarsi a una sintesi, diventa sempre più confusa sulle unioni civili, con le diverse componenti ancora intente a marcare il territorio con nuove proposte.
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