giovedì 18 settembre 2014
​Affluenza record. Testa a testa tra indipendentisti e scissionisti, non ci saranno exit-poll. Il risultato venerdì mattina.
Piccole patrie ricetta perdente di Vittorio E. Parsi
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Mentre i sondaggi della vigilia continuano a oscillare, confermando l'acceso testa a testa, si dovrà attendere venerdì mattina per conoscere la storica decisione degli scozzesi: il loro futuro sarà con Londra o su una nuova strada? Le urne si chiudono alle 22 (le 23 italiane), ma non ci saranno exit-poll. I primi risultati, parziali, potrebbero arrivare a partire dalle 2 del mattino (le 3 in Italia). A mano a mano che i voti saranno scrutinati, infatti, ognuna delle 32 circoscrizioni potrà farà la sua dichiarazione. Stando a una mappa realizzata dal quotidiano Guardian, verso le 5 dovrebbero arrivare le dichiarazioni di voto delle popolose circoscrizioni di Glasgow (11,5% della popolazione) e Edimburgo (8,8%). Oggi viviamo una giornata storica -spiega un'anziana appena uscita dal seggio a Edimburgo - la gente è elettrizzata. Molte persone che non hanno mai votato prima hanno deciso di farlo questa volta". ​"Sono sempre andata a votare, ma mai prima d'ora ho dovuto fare la fila al seggio come invece è accaduto oggi". Hillary, settantenne, non ha esitazione nel dire che nell'urna ha riposto, sicura, il suo Sì "perché è un voto sulla democrazia. Io non sono una nazionalista e non credo sia un voto sull'identità nazionale, ma per maggiore democrazia". Il via vai è continuo, fin dalla mattina. Entrano madre e figlia insieme, poi una giovane coppia, Nick e Jess, con una bimba di pochi mesi nel passeggino: "Abbiamo votato No, pensiamo al suo futuro. Non vediamo benefici in una Scozia indipendente". Comunque vada però "stiamo vivendo un gran momento. È molto esaltante, un grande momento storico ma anche teso, perché ha creato divisioni. In questo senso di recente l'atmosfera non è stata delle migliori, ma speriamo che da domani queste spaccature si possano cominciare a rimarginare". La cosa "che è comunque assolutamente positiva è che la gente ha dimostrato di tenerci con passione, lo dimostra l'affluenza. È una cosa ottima. Perché questa è una decisione permanente, non come la scelta di un governo che si può cambiare. Da qui non si torna indietro". Così la campagna, ufficialmente chiusa mercoledì sera, per l'uno e l'altro campo continua fin sull'uscio dei seggi, il Sì e il No fianco a fianco: "Fino all'ultimo minuto e fino all'ultimo voto", spiega una ventenne mentre distribuisce ancora i volantini con un grande No su sfondo rosso. Proprio come appuntate sul petto o sul bavero della giacca restano per tutta la giornata le spillette con il Sì, o si sfoggiano in bella mostra le scritte sulle magliette. Sul centro storico, brulicante di turisti anche oggi, svetta il castello avvolto nella nebbia. Edimburgo trattiene il fiato: "Siamo tutti in ansia. Ancor di più per via di questa divisione a metà - dice Gill - in un certo senso avrei preferito che si propendesse più per l'uno o per l'altro campo. Però è comunque un giorno importante, veramente importante".
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