lunedì 25 luglio 2016
"Vittime di naufragio di barcone diretto in Italia". In una settimana 7500 salvati in mare
Quarantuno migranti morti a ovest di Tripoli
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​Ancora una tragedia nel Mediterraneo. L'ultima risalirebbe a cinque o sei giorni fa anche se i corpi dei 41 migranti, morti sulle spiagge di Sabrata, città costiera a 70 km ad ovest di Tripoli, sono stati ritrovati soltanto sabato scorso.

 

Si tratta di "un numero eccezionalmente elevato", secondo una fonte del comune della città libica, se si considera che, di solito, ad essere ritrovati sono uno o due cadaveri al giorno. Annegati su un barcone, come decine di altri, tutti i giorni, i migranti tentavano di sbarcare in Sicilia alla ricerca di una vita migliore. I corpi, individuati da un gruppo di volontari, sono stati trasferiti in un centro di medicina legale per il prelievo del dna e poi saranno sepolti. Uno sguardo alla storia delle ultime settimane di questa disperata fuga dall'Africa verso l'Europa,che, spesso, costa la vita, ci restituisce, insieme al numero delle vittime, anche le statistiche di quelli che sono riusciti a salvarsi. L'operazione Sophia, nata un anno fa, con il concorso di 24 Paesi, è tra quelle che ha avuto maggiore successo.

 

Fino al mese scorso ha fermato oltre 70 scafisti e neutralizzato 170 imbarcazioni, salvando 17000 vite in mare. Si tratta di una svolta positiva nella lotta contro quei trafficanti di esseri umani che guadagnano, soprattutto durante l'estate, da un commercio di morte. Anche la guardia costiera libica viene addestrata per contrastarli ed i salvataggi proseguono in modo incessante nel canale di Sicilia: oltre 7000 soltanto nell'ultima settimana da parte di mezzi militari italiani. Nemmeno dieci giorni fa una ventina di migranti erano annegati nel Canale di Sicilia prima dell'arrivo dei soccorsi, perché il loro gommone si era sgonfiato, mentre in 366 - tutti provenienti da Paesi subsahariani - erano riusciti a salvarsi.

 

Due settimane prima, una strage di donne: dieci le vittime, 107 i superstiti: un incidente avvenuto proprio nel giorno in cui ad Augusta arrivava il relitto del peschereccio affondato il 18 aprile 2015, che aveva provocato la morte di circa 700 migranti. La peggiore tragedia di sempre. I mesi estivi sono i più redditizi per i trafficanti di esseri umani che, dal 2011, sfruttando il caos politico seguito alla fine di Gheddafi, fanno fortuna sulla pelle delle migliaia di persone in fuga ogni anno dalla guerra e dalla povertà nei loro Paesi. La scia di morte, tuttavia, non si ferma. Sono circa 3000 le vittime dei primi sei mesi del 2016 mentre cercavano di raggiungere l'Europa, secondo le stime dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni, mille in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Ed il principale paese di partenza si conferma proprio la Libia.

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