mercoledì 29 ottobre 2014
​I peshmerga curdi dell'Iraq e i miliziani dell'opposizione moderata ad Assad pronti a difendere l'enclave siriana assediata.
ANALISI Ora si combatte una «guerra di terra» non dichiarata (Fabio Carminati)
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I peshmerga curdi dell'Iraq e i miliziani dell'opposizione moderata a Bashar Assad sono pronti a difendere l'enclave siriana di Kobane dall'assedio dello Stato islamico. Nella notte una settantina di combattenti curdo-iracheni sono arrivati in Turchia: l'aereo delle linee aree turche è atterrato all'aeroporto di Sanliurfa, nel sud-est del Paese, poco dopo l'una di notte, tra enormi misure di sicurezza. Subito dopo un convoglio di tre pullman scortato da 4 jeep blindate dell'esercito turco e un'auto della polizia ha lasciato l'aeroporto diretti verso il confine turco-siriano, distante una cinquantina di chilometri.

Nel frattempo, è atteso per le prossime ore l'arrivo nella città, assediata da oltre 40 giorni, del primo gruppo di 80 peshmerga, giunti via terra a pochi chilometri dalla frontiera turco-siriana. E non è ancora chiaro se i due gruppi entreranno a Kobane congiuntamente. A Kobane è invece già arrivato in primo gruppo di 50 combattenti dell'Esercito Libero Siriano (Els). Appartengono al Vulcano dell'Eufrate, gruppo nato nei mesi scorsi nella provincia di Al Raqqa in funzione anti-qaedista sotto l'egida dell'Esercito siriano libero; e sono arrivati a Kobane a bordo di otto pick-up dopo aver attraversato il valico di frontiera turco di Mursitpinar, dove erano stati trattenuti per tutta la notte dalle autorità turche. E mentre l'opposizione siriana conferma che gli uomini del 'califfo' sono entrati in possesso di caccia del regime e possono contare su piloti disertori o catturati, i jihadisti continuano la loro offensiva. In Siria combattono da almeno due giorni per il controllo del giacimento di al-Shaer, nella provincia settentrionale di Homs. In Iraq invece le truppe irachene stanno cercando di recuperare il controllo della più importante raffineria petrolifera del Paese e sono ormai a meno di due chilometri da Baiji, occupata da giugno dai jihadisti. Tra martedì e mercoledì l'esercito ha condotto 14 raid aerei contro i jihadisti, tanto in Iraq che in Siria; ed è invece già operativo il velivolo KC767A del 14^ stormo dell'Aeronautica militare italiana destinato al rifornimento in volo dei velivoli impegnati nelle operazioni aeree contro le formazioni jihadiste. L'aereo da rifornimento è decollato venerdì 17 ottobre alla volta di una base aerea in Kuwait e ha completato oggi la seconda missione operativa di aerorifornimento. Il livello di allarme in Occidente resta altissimo e l'amministrazione Usa ha rafforzato le misure di sicurezza per gli edifici federali.Intanto si è saputo che oltre 40 membri di una tribù dell'ovest dell'Iraq, nella regione di al Anbar, sono stati passati per le armi in maniera sommaria da jihadisti dello Stato islamico. Lo riferisce al Arabiya citando fonti mediche. Secondo le fonti, 46 membri della tribù Albunimr sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco alla testa a nord di Hit.

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