giovedì 25 aprile 2024
La madre è in coma. Avevano pagato 5mila dollari per attraversare un "corridoio sicuro". Vietati i soccorsi. Dal 7 ottobre erano nascoste nella parrocchia di Gaza. A dicembre era morto il padre
Lara Sayegh, 118 anni, morta di insolazione mentre scappava da Gaza

Lara Sayegh, 118 anni, morta di insolazione mentre scappava da Gaza

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«Con grande dolore vi annuncio che mia sorella minore di 18 anni, Lara Sayegh, è stata uccisa oggi mentre si dirigeva da Gaza City verso sud». Le statistiche ufficiali, in realtà, diranno che Lara è morta di caldo. Perché a Gaza la temperatura è soffocante. Ma non è il sole il problema. «Lei e mia madre stavano raggiungendo l'Egitto per mettersi in salvo. Il mio angelo è collassato mentre camminava sul “percorso sicuro” oltre il checkpoint israeliano, in un'area in cui le forze armate israeliane si rifiutano da tempo di far entrare ambulanze, auto o altri mezzi di soccorso».
Dal 7 ottobre Lara viveva nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, più volte colpita dall’esercito israeliano. La loro casa era stata bombardata. Nonostante negli edifici parrocchiali non vi fossero uomini armati, il 21 dicembre Lara aveva perso il papà che aveva bisogno di cure mediche ma non era stato possibile fargli arrivare farmaci né medici. Impossibile anche evacuarlo così come gli altri 600 civili riparati tra la chiesa e gli spazi dedicati al catechismo.
A dare la notizia della morte di Lara è il fratello Khalil Sayegh, attivista cristiano palestinese, presidente di Agora Initiative: «Mia madre, che la stava accompagnando dalla chiesa cattolica a Rafah - racconta - è attualmente in coma a causa dello choc. Ha molto bisogno delle vostre preghiere».
Sono parole dure quelle di Khalil, che esprimono una frattura oggi insanabile: «Di fronte alla brutalità del nemico che ha normalizzato ogni tipo di uccisione diretta e indiretta, lodiamo Dio come nostro giudice e nostro rifugio, anche se non otterremo la tanto necessaria giustizia su questa terra, la otterremo certamente nell'aldilà quando saremo tutti davanti a Cristo».
Lara e sua madre si erano indebitate per pagare il visto: 5mila dollari ciascuna. Lasciare Gaza verso l’Egitto è pressoché impossibile, e i faccendieri sui due lati hanno messo in piedi un turpe mercato: chi paga può salvarsi, chi non ha soldi resta sotto le bombe.
«Continuerò a lottare per ottenere giustizia per la mia famiglia e per le altre vittime di questo genocidio», promette Khalil Sayegh.
Secondo quanto riferiscono fonti della comunità cristiana locale, che riportano anche il dolore del parroco, padre Gabriel Romanelli, Lara sarà sepolta lì dove è morta. Il suo corpo non potrà essere riportato nella parrocchia di Gaza per i funerali.

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