mercoledì 1 ottobre 2014
Ultimatum al capo del governo locale: si dimetta entro domani o la protesta si farà aggressiva. Nella Giornata Nazionale della Cina i leader degli studenti voltano le spalle all'alzabandiera.
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Prosegue la protesta a Hong Kong, dove oggi è festa nazionale per il 65esimo anniversario della nascita della Repubblica popolare cinese. La folla continua a bloccare diverse arterie della città e nelle prime ore di oggi i manifestanti hanno esteso la loro protesta anche al quartiere turistico di Tsim Sha Tsui.

Il capo dell'esecutivo di Hong Kong, Leung Chung-ying, ha chiesto di sostenere le riforme volute da Pechino, ma i dimostranti restano fermi sulla richiesta che sia ritirata la riforma elettorale con la quale i candidati per la leadership di Hong Kong nel 2017 verrebbero di fatto scelti dal governo centrale. E gli lanciano un ultimatum: deve dimettersi entro la mezzanotte di domani o fronteggiare nuove e aggressive forme di protesta.I manifestanti di Occupy Central hanno anche eretto un nuovo monumento, "l'albero della democrazia", su Tim Mei Avenue.

Contestata la bandiera cinese. La mattinata è stata segnata dalle contestazioni all'alzabandiera. Gli studenti si sono radunati davanti a piazza Bauhinia (il fiore simbolo di Hong Kong), dove si è svolta la cerimonia, e decine di loro sono riusciti a superare il servizio di sicurezza e contestare apertamente il capo dell'esecutivo Leung, prima di essere allontanati. Il gruppo Scholarism del giovanissimo leader Joshua Wong ha voltato le spalle alla bandiera cinese, alzando le braccia incrociate e rimanendo in silenzio. Dopo 48 ore in stato di detenzione, il 17enne Wong era stato liberato nei giorni scorsi, e da ieri è tornato a guidare le contestazioni. Le manifestazioni, ha detto, continueranno a gemmare come "fiori che sbocciano".

Cancellato spettacolo. Per stasera le autorità hanno deciso di cancellare lo spettacolo di fuochi d'artificio. Per Wong, la decisione indica che il governo è sotto pressione. Giro di vite in tutta la Cina. In tutta la Cina sono state arrestate una decina di persone, e interrogate almeno una sessantina, fra coloro che hanno espresso sostegno ai manifestanti di Hong Kong. Il partito comunista ha inasprito come mai prima la censura sulle reti sociali per impedire ai cittadini di informarsi sulla protesta in corso nell'ex colonia britannico in vista delle elezioni del 2017. Secondo quanto affermato dalla ong China Human Rights Defenders "un certo numero di cittadini cinesi sono stati vittima di rappresaglie" per aver esaltato la lotta degli studenti. Tv russe: «Regia Usa». Per la tv russa, controllata dallo Stato, quello che sta accadendo a Hong Kong è un "Maidan asiatico" con la "stessa regia" di quello di Kiev. Il riferimento è alle proteste di piazza che portarono al rovesciamento del governo ucraino e al ruolo che gli Stati Uniti avrebbero in queste rivoluzioni. "Il centro finanziario della Cina si è trasformato in una tendopoli simile a quella ucraina", raccontava ieri, durante il telegiornale delle 20 la conduttrice di Vesti. "Le proteste in Ucraina e Cina possono avere la stessa regia", ha aggiunto. Ma il riferimento risultava chiaro a chiunque. La stessa teoria è condivisa dal canale Ntv, noto per aver spesso confezionato negli ultimi anni programmi per discreditare l'opposizione interna in Russia.
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