Giovani

Una nuova tappa. Giovani e vescovi in dialogo, si torna in Duomo a Milano l'8 ottobre

Chiara Vitali sabato 16 luglio 2022

Alcuni giovani che hanno partecipato alla giornata "Giovani e Vescovi"

Che cosa accade se la Chiesa si ferma ad ascoltare i vissuti e i desideri dei giovani? Da questa domanda, certamente impegnativa, è nato in Lombardia il progetto 'Giovani e Vescovi', che da nove mesi coinvolge duecento giovani e tutti i vescovi lombardi. A partire dalla prima tappa del percorso, il 6 novembre 2021, giovani e vescovi si sono seduti attorno a un tavolo e hanno dialogato sulle tematiche degli Affetti, della Vocazione e lavoro, dell’Intercultura, dell’Ecologia e dei Riti. Con una regola principale: l’ascolto reciproco. Avvenire ha raccontato i contenuti emersi dai dialoghi grazie a una media partnership con Odielle - Oratori Diocesi Lombarde, promotore di 'Giovani e Vescovi'. Il cammino sta proseguendo anche in estate: raccontiamo qui le ultime novità.

I giovani parlano, i vescovi prendono appunti. Poi i vescovi rispondono, e questa volta sono i ragazzi ad annotare le loro parole su un foglio di carta. Il cammino di 'Giovani e Vescovi' è iniziato nove mesi fa con questo scambio alla pari e anche oggi continua con lo stesso stile. I partecipanti sono ormai entrati nella seconda fase del progetto, con un obiettivo ambizioso: ideare nuove linee guida e di azione destinate alle pastorali giovanili lombarde.

Da alcune settimane, infatti, i giovani si sono riuniti in cinque commissioni regionali, ciascuna con un vescovo di riferimento e un capofila. «Il loro compito è studiare il materiale emerso dall’incontro con i vescovi e trarne indicazioni di metodo e di contenuto utili per tutti - spiega don Stefano Guidi di Oratori Diocesi Lombarde, ente promotore del progetto -. Oggi i ragazzi sentono emergere tante domande, insieme a sensazioni di malessere o di speranza. I vescovi lombardi hanno voluto organizzare 'Giovani e Vescovi' proprio per raccogliere i loro movimenti interiori e mettersi a disposizione». Il prossimo appuntamento del progetto è fissato per l’8 ottobre e sarà una giornata di restituzione interna del materiale elaborato nella seconda fase.

I giovani coinvolti, in particolare, stanno lavorando su cinque ambiti significativi, con la voglia di trasformare le riflessioni teoriche in azioni concrete. Un ambito su tutti è quello degli Affetti: in questo caso, i partecipanti si interrogano sulle difficoltà che condizionano la costruzione di relazioni generative e chiedono alla Chiesa la nascita di una 'scuola dell’amore'. Un altro ambito è quello dell’Ecologia: i giovani qui sottolineano che per rispondere alla crisi climatica è necessaria un’alleanza tra le generazioni e che la Chiesa può testimoniare uno stile di vita sobrio e sostenibile. I giovani hanno poi studiato l’ambito della Vocazione e Lavoro concentrandosi sui percorsi per vivere la propria vocazione, intesa come 'ciò che dà senso alla vita'. Ancora, il tema dell’Intercultura: i giovani hanno portato esperienze personali di accoglienza e ideato nuove proposte di inclusione e integrazione per i propri territori. L’ambito dei Riti, infine, è stato esplorato a partire da alcune domande: 'I riti della Chiesa sono vecchi e stanchi? Che senso ha, oggi, partecipare alla Messa?'.

Temi diversi, quindi, ma una stessa consapevolezza: unire la freschezza dei giovani all’esperienza dei vescovi porta a sintesi inedite. Lo sottolinea ancora don Stefano Guidi: «Se la Chiesa si mette in ascolto dei giovani, ha tutto da guadagnare. Giovani e Vescovi è un progetto più silenzioso di altri grandi eventi, ma crediamo sia destinato a durare nel tempo». È un modello che può essere utile anche ad altri territori? «Assolutamente sì - conclude don Stefano -. Stiamo vivendo un tempo di ripartenza, in cui la pastorali giovanili devono rivedere le proprie proposte mettendo al centro la condizione, i vissuti e i desideri dei giovani. Questo è il tempo più opportuno per ascoltarli».