Chiesa

Sinodo. Il Papa: cambiamo ciò che ci paralizza e separa dai giovani

Ilaria Solaini mercoledì 3 ottobre 2018

Il Papa ha esortato a "rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi. I giovani ci chiamano a farci carico insieme a loro del presente con maggior impegno e a lottare contro ciò che in ogni modo impedisce alla loro vita di svilupparsi con dignità. "Esigono una dedizione creativa, una dinamica intelligente, entusiasta e piena di speranza" e soprattutto ci chiedono, di "non lasciarli soli nelle mani di tanti mercanti di morte che opprimono la loro vita e oscurano la loro visione".

Questo invito è stato il cuore dell'omelia di papa Francesco nella Messa di apertura del Sinodo dei vescovi sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. IL TESTO INTEGRALE

IL SALUTO AI VESCOVI CINESI PER LA PRIMA VOLTA ALL'ASSEMBLEA SINODALE

"Che lo Spirito ci dia la grazia di essere Padri sinodali unti col dono dei sogni e della speranza, perché possiamo, a nostra volta, ungere i nostri giovani col dono della profezia e della visione; ci dia la grazia di essere memoria operosa, viva, efficace, che di generazione in generazione non si lascia soffocare e schiacciare dai profeti di calamità e di sventura né dai nostri limiti, errori e peccati, ma è capace di trovare spazi per infiammare il cuore e discernere le vie dello Spirito". Con questo auspicio Francesco aveva iniziato l’omelia della Messa di apertura del Sinodo alla presenza dei 267 padri sinodali. "È con questo atteggiamento di docile ascolto della voce dello Spirito che siamo convenuti da tutte le parti del mondo", ha detto il Papa aprendo ufficialmente la XXV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi: "Oggi, per la prima volta, sono qui con noi anche due confratelli vescovi dalla Cina continentale. Diamo loro il nostro caloroso benvenuto: dell’intero Episcopato con il Successore di Pietro è ancora più visibile grazie alla loro presenza", il tributo ai nuovi arrivati – monsignor Giuseppe Guo Jincai, vescovo di Chengde, e monsignor Giovanni Battista Yang Xiaoting, vescovo di Yan’an – fatto reso possibile anche grazie all’Accordo provvisorio firmato nei giorni scorsi a Pechino.

PAPA: ROVESCIAMO LE SITUAZIONI DI PRECARIETÀ, ESCLUSIONE E VIOLENZA A CUI SONO ESPOSTI I GIOVANI

"Unti nella speranza cominciamo un nuovo incontro ecclesiale capace di allargare orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, di un orizzonte di senso e di vita”. È stata la consegna del Papa ai 267 padri sinodali che da oggi si riuniranno per il Sinodo sui giovani, in programma in Vaticano fino al 28 ottobre. "La speranza ci interpella, ci smuove e rompe il conformismo del ‘si è sempre fatto così’, e ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani e le situazioni in cui si trovano". "La stessa speranza ci chiede di lavorare per rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi".

"Stiamo attenti e badiamo bene che non prevalga la logica dell'autopreservazione e dell'autoreferenzialità, che finisce per far diventare importante ciò che è secondario e secondario ciò che è importante" è stato un altro dei passaggi fondamentali dell'omelia del Papa per l'apertura del Sinodo. "Questa capacità di sognare insieme, che il Signore oggi regala a noi come Chiesa – ha detto il Papa citando San Paolo – esige di sviluppare tra di noi un atteggiamento ben preciso: ‘Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri’. E nel contempo punta più in alto chiedendo che con umiltà consideriamo gli altri superiori a noi stessi. Con questo spirito cercheremo di metterci in ascolto gli uni degli altri per discernere insieme quello che il Signore sta chiedendo alla sua Chiesa".

IL MESSAGGIO DI PAOLO VI AI GIOVANI: "COSTRUITE NELL'ENTUSIASMO UN MONDO MIGLIORE"

Il Papa ha concluso l’omelia della Messa di apertura del Sinodo sui giovani, in corso in piazza San Pietro, con una lunga citazione del messaggio rivolto da Paolo VI – che sarà canonizzato in questa stessa piazza il 14 ottobre – ai giovani, al termine del Concilio, l’8 dicembre 1965: "Così ci parlarono i Padri conciliari", ha ricordato Francesco: "La Chiesa, durante quattro anni, ha lavorato per ringiovanire il proprio volto, per meglio corrispondere al disegno del proprio Fondatore, il grande Vivente, il Cristo eternamente giovane. E al termine di questa imponente ‘revisione di vita’, essa si volge a voi: è per voi giovani, per voi soprattutto, che essa con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l’avvenire, il vostro avvenire. La Chiesa è desiderosa che la società che voi vi accingete a costruire rispetti la dignità, la libertà, il diritto delle persone: e queste persone siete voi. Essa ha fiducia che voi saprete affermare la vostra fede nella vita e in quanto dà un senso alla vita: la certezza della esistenza di un Dio giusto e buono. È a nome di questo Dio e del suo Figlio Gesù che noi vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, ad intendere l’appello dei vostri fratelli, e a mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio. Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate di dare libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell'entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!". "Padri sinodali, la Chiesa vi guarda con fiducia e amore", ha assicurato il Papa ai presenti.

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