mercoledì 24 settembre 2014
Due postazioni dell'Isis bombardate dalla coalizione Usa-Paesi arabi.
Basta frottole di Fulvio Scaglione
Aleppo, vescovo: i raid non risolvono
ANALISI Ci sono le armi, manca la parola dei grandi imam (Camille Eid)
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Gli Stati Uniti hanno lanciato nuovi raid aerei contro le milizie dello Stato Islamico in Siria. Le forze americane, secondo informazioni rilasciate dal comando centrale in Florida, nella notte hanno bombardato due postazioni degli estremisti nel sudovest della provincia di Dair as Saur. L'Osservatorio siriano per i diritti umani parla di raid che hanno preso di mira l'area a ovest di Kobani (Ayn al-Arab), una delle principali enclave curde nel Paese, vicino al confine con la Turchia. Ankara smentisce che i jet da guerra provenissero dalla Turchia. Un altro attacco è stato sferrato in Iraq, a nordovest di Baghdad. I raid della coalizione contro le postazioni dell'Isis nel nord della Siria sono iniziati lunedì notte. Ad annunciarlo era stato il Pentagono, precisando che agli attacchi hanno partecipato gli Stati Uniti e cinque Paesi arabi, ovvero Arabia Saudita, Emirati, Giordania, Bahrain e Qatar. Secondo alcune organizzazioni per la difesa dei diritti umani, negli attacchi sarebbero morti 70 estremisti dell'Isis e altri 50 combattenti del gruppo Khorasan composto da veterani di al-Qaeda, ma anche 11 civili tra cui 7 bambini.L'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan De Mistura, ha annunciando un imminente viaggio in Iran, ha sottolineato che Teheran, stretto alleato di Damasco, è un "importante attore" della regione. "Spero", ha aggiunto De Mistura, che l'Iran sia un "partner importante nel processo politico".
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