giovedì 8 maggio 2014
​Il segretario Cei presenta i nuovi direttori Ruffini e Brunelli.
E alla Rai: punti sulla qualità e tuteli i giovani
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«Spero di vedere i media Cei, Tv2000, Sir, Radio InBlu, Avvenire, al ser­vizio di una Chiesa 'in uscita' come esorta Papa Francesco, per guardare il mondo con l’occhio del Vangelo». È questo l’incoraggiamen­to espresso ieri dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, nel corso della pre­sentazione ufficiale ai dipendenti di radio e tivù promosse dai vescovi dei nuovi direttori di rete, Paolo Ruffini, e delle testate giornalistiche, Lucio Brunelli. Il vescovo ha indicato chiaramente alle due emittenti «la direzione da intraprendere», che è quella, ha detto, «dell’evangelizzazione». «Senza questo scopo – ha sottolineato Galantino, che era affiancato dall’arcivescovo di Pesaro, Pie­ro Coccia, presidente del Consiglio di Ammini­strazione della Fondazione 'Comunicazione e cultura' – non si spiegherebbe il perché la Chie­sa italiana investa energie e risorse in questo ti­po di progetto». Nel corso dell’incontro la dimensione missiona­ria del lavoro radiotelevisivo è emersa più volte. Lo stesso Galantino ha spiegato che «è necessa­rio guardare fuori, perché quando guardiamo troppo all’interno, si fa strada la malattia morta­le dell’autoreferenzialità. Guardiamo come cre­denti seri e consapevoli a ciò che succede», è sta­to il suo invito. Il segretario generale della Cei ha poi ringraziato «tutti coloro che hanno scelto di vivere questa sfida» anche durante il «momento di transizione con le sue difficoltà» e mentre era in corso «la ricerca di chi potesse continuare que­sta avventura e aiutarci a valorizzare tutto ciò che è stato fatto».  Quanto alle scelte effettuate, monsignor Coccia ha sottolineato che si sta vivendo «una stagione di particolare rivisitazione, a livello di editore, basa­ta su una connessione sempre più forte ed effica­ce tra presidenza, segreteria e ufficio nazionale delle comunicazioni sociali». In questa rivisita­zione, ha aggiunto, «sono state fatte scelte mirate non solo a mantenere la situazione, ma ancora di più a investire. Ripartiamo, infatti, dal tanto che è stato fatto, ma ora serve guardare al futuro». «Per essere competitivi – ha poi concluso Coccia – bi­sogna innovare prodotto e strutture di mercato, contenere il costo del lavoro, ma soprattutto ser­ve valorizzare le risorse umane. E qui ci sono ri­sorse di grande caratura». Queste dichiarazioni di intenti sono state subito raccolte e rilanciate dai due nuovi direttori. Per Ruffini la sfida è «pensare una tivù che può crescere con entusiasmo, una tivù senza arroccamenti che guardi fuori con coraggio. La scommessa è non a­vere  paura», ha notato. E ciò significa, ha spiega­to Brunelli «interessare, come ci ricorda France­sco, le pecorelle fuori dal recinto, senza dimenti­care il nostro pubblico più tradizionale». Per que­sto, dunque, «occorrerà sintonizzarsi sempre più con Papa Bergoglio, anche con la disponibilità a cambiare che ho visto nei primi giorni di lavoro».
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