lunedì 11 agosto 2014
​Il ministro parla di "orde di vu cumprà" che tolgono la serenità agli italiani in vacanza. Dure repliche, tra quelle del sottosegretario Giro, Caritas e Comunità di Sant'Egidio.
SECONDO NOI Guerra alla contraffazione, ma non agli immigrati
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"Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu cumprà, dobbiamo radere al suolo la contraffazione". Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha presentato la direttiva "spiagge sicure", datata 8 agosto, con cui chiede a prefetti e questori di rafforzare i controlli contro l'abusivismo sulle spiagge e attacca l'ultimo e più debole anello della catena, le migliaia di migranti che riempiono litorali e piazze delle città con milioni di prodotti falsi. L'obiettivo di Alfano, sono parole sue, è anche quello di restituire, la "serenità agli italiani in ferie". Non tutti però ritengono che di questi tempi la serenità degli italiani sia in primo luogo turbata dai venditori sul lungomare. Né che la grande industria della contraffazione del made in Italy, soprattutto di lusso, affindi le proprie sorti agli immigrati con una o due sacche sulle spalle. E tra i primi a dirsi perplesso dalle dichiarazioni di Alfano c'è pure un sottosegretario. "Sono rimasto sorpreso dalle parole utilizzate dal ministro Alfano, con le quali stigmatizzava i venditori ambulanti sulle spiagge, chiamandoli con epiteti ormai tramontati - dice il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro -. Con fatica siamo riusciti in questi anni a modificare il linguaggio e la percezione degli italiani sui lavoratori stranieri e non credo che sia il caso di recedere". Giro poi sottolinea: "In questi anni abbiamo assistito a decine di casi di bagnanti a difesa degli ambulanti: gli italiani sanno bene cosa minaccia la loro sicurezza e cosa no. Se poi si vuole contrastare il mercato della contraffazione, non consiglierei di partire dall'ultimo anello della catena. Ho stima per il ministro Alfano che ho sentito parlare dei morti di Lampedusa con accenti sinceri ed emozionati. Sono rimasto perciò deluso da queste sue affermazioni. Per competenza - conclude - mi occupo degli italiani all'estero e ascolto spesso parole su come si devono trattare e chiamare gli stranieri". "Alfano ha usato termini che pensavamo desueti e passati", osserva anche Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas italiana. "Abusivismo e lavoro irregolare sono un problema", ma "in un contesto molto più complesso e le responsabilità vanno oltre il semplice venditore. Questa è un’operazione di maquillage".  Anche il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, non apprezza i toni usati dal ministro dell'Interno: " Colpisce l'uso di un termine dispregiativo come vu cumprà , che certo non favorisce una corretta visione delle cose e tanto meno la soluzione di un problema". "In realtà - aggiunge Impagliazzo - le vere questioni all'ordine del giorno in tema di legalità appaiono oggi il risorgente antisemitismo, il razzismo mai sopito e i tanti episodi di intolleranza che purtroppo si manifestano anche in queste settimane". E invece "prefetti, Guardia di Finanza, Forze dell'ordine - dice Impagliazzo - vengono arruolati dal ministro per combattere senza quartiere un'emergenza che non esiste. La vera sicurezza per italiani e immigrati sta in una solida politica di integrazione".
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