giovedì 11 settembre 2014
​Scattano nuovi provvedimenti economici contro Mosca, che ha fatto sapere di avere pronte le contromisure. Gazprom riduce le forniture di gas a Polonia e Slovacchia.
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Sul fronte ucraino continua anche la guerra delle sanzioni. Da domani l'Unione europea ne introdurrà di nuove per colpire la Russia. Tra queste ci sarà lo stop alla sottoscrizione di obbligazioni emesse da sei "grandi gruppi" russi operanti nel campo della difesa e dell'energia e anche stop anche ai prestiti destinati alle prime cinque banche russe a controllo pubblico. Inoltre, la 'black list' Ue si arricchirà di altri 24 nomi di persone a cui saranno congelati i beni e non saranno più concessi visti. Vengono anche bloccate le forniture di servizi relativi allo sfruttamento degli idrocarburi. La risposta russa. "Le sanzioni Ue rappresentano una linea assolutamente non amichevole, che contraddice gli interessi della stessa Unione Europea. La risposta di Mosca sarà commensurabile", è stata questa la prima reazione russa, affidata a Aleksandr Lukasehvich, portavoce del ministero degli esteri. Mosca, secondo l'agenzia Ria Novosti, ha già preparato le sue nuove misure di ritorsione contro le nuove sanzioni europee e potrebbero riguardare l'importazione di auto. Interpellato sui prodotti che potrebbero essere colpiti, il consigliere economico del Cremlino Andrei Belousov, ha citato "tutta una serie di prodotti non agricoli per i quali i nostri partner, soprattutto europei, dipendono più dalla Russia che non la Russia da loro". "Questo riguarda per esempio le importazioni di auto, in particolare quella usate, alcuni tipi di merci dell'industria leggera che noi possiamo già produrre da soli. Non tutti, ma alcuni tipi di vestiti". Danni all’agricoltura italiana. "Lo stop agli aiuti per l'ortofrutta interessata dall'embargo russo colpisce duramente l'Emilia-Romagna, leader in Europa nella produzione di ortofrutta che sta attraversando una crisi senza precedenti. La Ue non deve quindi rallentare l'intervento di sostengo alle aziende ortofrutticole, arrivato già molto in ritardo e, soprattutto, deve rivedere la congruità degli stanziamenti". Così il presidente di Coldiretti Emilia-Romagna, Mauro Tonello, commenta l'improvvisa decisione della Commissione europea di sospendere l'intervento straordinario di 125 milioni di euro destinati a sostenere i produttori ortofrutticoli colpiti dall'embargo russo a ritorsione delle sanzioni europee per gli scontri in Ucraina. La Commissione Ue ha sospeso gli aiuti alle produzioni ortofrutticole colpite dall'embargo russo a causa "di un aumento sproporzionato di richieste per alcuni prodotti". La Polonia, infatti, avrebbe già assorbito, con le sue richieste di sostegno, il 90% dell'intero budget stanziato lo scorso 18 agosto, pari a 125 milioni di euro, situazione che avrebbe spinto la Commissione alla decisione di sospendere gli aiuti. Provocando la rabbia del mondo agricolo italiano. Complessivamente il danno diretto per l'Italia, spiega la Coldiretti, è stimato in circa 200 milioni di euro all'anno e riguarda, oltre all'ortofrutta, il blocco delle esportazioni delle carni per 61 milioni di euro e di latte, formaggi e derivati per 45 milioni. Sono stati colpiti anche prodotti tipici dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per un importo di 15 milioni), ma anche prosciutti a denominazione di origine. Il ministro Maurizio Martina ha inviato un messaggio al Commissario europeo per l'agricoltura e per lo sviluppo rurale Dacian Ciolo, chiedendo "superare immediatamente lo stop agli aiuti affinché ci sia una risposta concreta per le imprese che non possono tollerare ulteriori ritardi". Forniture di gas. Dopo la Polonia, anche la Slovacchia ha segnalato oggi una riduzione, sia pur moderata, delle forniture del gas dalla Russia negli ultimi due giorni. Secondo la Spp, il maggiore distributore del gas in Slovacchia, si tratta di un taglio di circa un decimo del volume totale delle forniture. Secondo quanto reso noto dalla Gaz-System polacca e il trasportatore ucraino Ukrtransgaz, la Gazprom russa ha cominciato ieri a ridurre le forniture del gas in Polonia per fermare le forniture del gas in Ucraina. Attraverso il sistema del cosiddetto revers flow (flusso inverso) il gas è fornito all'Ucraina anche dalla Slovacchia.
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