venerdì 17 maggio 2013
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Il nome ufficiale è «Chikondi Sukulu ya mkaka», che vuol dire «Scuola materna amore», ma tutti nel piccolo villaggio di Toleza lo conoscono come “l’asilo di Agostino”. Lui è Agostino Trussardi, pensionato originario di Clusone, in provincia di Bergamo, e da ormai sette anni vive qui, dove grazie a tanta forza di volontà e all’aiuto di tanti ha potuto portare a termine il suo sogno: offrire ai bambini del posto un luogo bello e pulito in cui potessero giocare e imparare. Cose scontate in Italia, un po’ meno in Malawi. Il progetto di Agostino è nato dopo una tragedia personale: nel 2003 la morte del figlio Mauro, poi, nel 2006, quella della moglie Emilia. A quel punto Agostino non ha avuto dubbi e si è trasferito qui. Quando arriviamo all’asilo, ci sono circa 150 bambini tra i 3 e i 6 anni ad accoglierci con canti e filastrocche. A occuparsi di loro sono otto educatrici e sei cuoche. A metà mattinata arriva il momento della merenda, che, in assenza della corrente elettrica, viene preparata in due grandi calderoni sul fuoco a legna. “Si tratta di una miscela chiamata Likuni Phala – spiega Agostino – contiene tre tipi di cereali e dello zucchero: è molto nutriente. Basta poco per offrire un pasto in questo asilo: ai miei sostenitori chiedo solo 30 euro l’anno”. Nel cortile sono stati installati alcuni giochi tra cui un grande scivolo; in un angolo sotto un albero, invece, un altarino con le foto di Mauro ed Emilia, davanti al quale spesso i bambini vengono a pregare.  “Qui riescono a imparare tante cose – continua Agostino – le educatrici insegnano loro anche i numeri e le lettere dell’alfabeto, tanto che a 6 anni sanno già leggere e scrivere. Il problema, semmai, è che poi quando iniziano a frequentare la scuola pubblica dimenticano tutto”. Una battuta forse, ma il problema della qualità dell’insegnamento in Malawi è reale. La scuola primaria, che dura otto anni, è gratuita ma non obbligatoria, tanto che il numero di chi lascia prima della fine del ciclo scolastico è altissimo: “Nelle zone rurali – sottolinea Agostino - si arriva anche al 60-70 per cento di ritiri. E’ basso anche il livello degli insegnanti: in molti a inizio carriera hanno un semplice diploma e non hanno mai effettuato nemmeno un tirocinio”. Spesso le lezioni si svolgono all’aperto per mancanza di spazio nelle aule: non è difficile facendo un giro nei villaggi a metà mattinata vedere 50-60 bambini fare lezione seduti all’ombra di un grande albero. La maggior parte di loro ha un solo quaderno per l’intero anno scolastico per tutte le materie. E spesso mancano anche le sedie. Mercoledì in tutto il Paese si sono tenuti gli esami finali della primaria: ebbene, ventiquattro ore prima le strade erano “invase” da alunni che portavano la loro sedia da casa a scuola per allestire l’aula in vista degli esami del giorno dopo.
 
In questo contesto è facile capire l’importanza e la peculiarità di una struttura come quella realizzata da Agostino, con aule funzionali e tutto il necessario per i primi basilari apprendimenti. Agostino, peraltro, ha già ultimato il suo nuovo progetto: a pochi passi dall’asilo ha costruito un ambulatorio medico e due casette per le infermiere che verranno a lavorarci. “Sto aspettando il via libera definitivo del governo, spero che da settembre si potrà iniziare l’attività medica – spiega - qui su istruzione e sanità c’è ancora tanta strada da fare”.
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