mercoledì 23 luglio 2014
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Continua a far discutere il progetto di un grande impianto di raccolta e pompaggio di acque bianche e nere sul fiume Magra che dovrebbe sorgere a ridosso di alcune abitazioni in prossimità del centro storico di Aulla (provincia di Massa Carrara) e, in particolare, dell’abbazia di san Caprasio. Alcuni cittadini – come abbiamo scritto il 1 luglio scorso – hanno fatto ricorso al Tar contro quel progetto. I ricorrenti temono un deprezzamento del valore delle loro case e di dover sopportare rumori e cattivi odori provenienti dall’impianto. Sono anche preoccupati per l’impatto che l’impianto potrebbe avere sull’abbazia e sul museo di San Caprasio, tappa privilegiata di pellegrini che, a centinaia ogni anno, percorrono a piedi o in bici l’antica Via Francigena. Il Tar, dichiaratosi incompetente, ha passato la palla al Tribunale delle acque di Roma, la cui sentenza è attesa per novembre. Ma a quel tempo potrebbe già esser troppo tardi perché, nel frattempo, i lavori potrebbero essersi conclusi. Del resto, osservano in Regione, «il Tribunale delle acque non ha ritenuto importante dare la sospensiva». Difficile, a questo punto, fermare l’iter. Nei giorni scorsi l’ingegner Giovanni Massini, responsabile dell’unità di prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico della Regione Toscana, si è recato ad Aulla, offrendo la disponibilità dell’amministrazione regionale «ad individuare misure migliorative dell’intervento che possano venire incontro alle esigenze finora manifestate dai cittadini». Obiettivo della Regione anche tranquillizzare i diretti interessati: «Tutto rimarrà all’interno dell’immobile già esistente della Elettrolunigiana. Quindi nulla sarà modificato dell’assetto attuale né dal punto di vista visivo né da quello sonoro». Ma un consigliere dell’opposizione, che è anche un ingegnere idraulico, Matteo Lupi, non è di questo avviso: «La scelta dell’ubicazione della stazione di pompaggio e della vasca di raccolta di acque chiare e nere con relative idrovore per lo scarico del troppo pieno in prossimità del sito storico ed archeologico dell’abbazia di San Caprasio – osserva l’esperto – è di sicuro inopportuna per l’emissione di odori e rumori». Ma esistevano alternative? La Regione, tramite una nota, fa sapere che erano «state valutate tutte quelle possibili. Ma oggi la migliore soluzione individuata rimane l’attuale». L’intervento, peraltro, si legge ancora nella nota «ha già superato la Valutazione di impatto ambientale (Via)» elaborata dall’ amministrazione provinciale. In quella sede sarebbero state ipotizzate anche soluzioni diverse, senza che nessuno dei membri della commissione avesse fatto osservazioni. «Le alternative non sono state valutate con attenzione, né supportate da dettagliate analisi tecniche», ribatte l’ingegner Matteo Lupi. Che suggerisce: «Si sarebbe potuto, ad esempio, convogliare le acque nere più a valle, se non attraverso il ponte nel comune di Podenzana. Ed invece l’ente gestore (Gaia, ndr) ha previsto una operazione contraria, cioè l’invio ad Aulla dei reflui del Comune limitrofo». Ma c’è di più: «La cosa grave – dice Lupi – è che a fronte di una decantata messa in sicurezza dalle piene del fiume, la parte bassa di Aulla continuerà a rischiare di allagarsi a causa delle acque provenienti dalla fognature. Lo dico perché, documenti alla mano, vedo che il progetto in questione non garantirà una sicurezza superiore ai trent’anni. Però i costi di gestione e di manutenzione dell’impianto saranno molto onerosi e graveranno sulle tasche dei cittadini». Ci sarebbe stata una soluzione più facile e meno onerosa? L’esperto non ha dubbi: «Certo, la ristrutturazione della rete cittadina – spiega Lupi – con una chiara separazione delle acque e l’invio delle nere a monte rispetto al vecchio depuratore e di quelle bianche verso valle». Adesso i cittadini hanno formalmente invitato ad Aulla il ministero dei Beni culturali Dario Franceschini: «Vorremmo che si rendesse conto di persona se le nostre preoccupazioni sono o meno legittime», spiega Paolo Di Marco, portavoce dei cittadini che protestano.
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