giovedì 3 settembre 2015
​Il cardinale di Milano si rivolge alle istituzioni e chiede che i tempi per il rilascio dei documenti siano più brevi. Messi a disposizione altri 130 posti letto.
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Parte dalla Diocesi di Milano l’appello per «un passo in avanti sulle leggi e le regole» che normano l’accoglienza dei profughi. È l’arcivescovo, il cardinale Angelo Scola a rivolgersi alle istituzioni civili. E lo fa nel  giorno in cui annuncia di mettere a diposizione sei nuove strutture per l’accoglienza complessiva di 130 profughi. Nuovi posti che vanno ad aggiungersi ai 781 già disponibili nelle parrocchie e nelle strutture ecclesiali della città, gestiti in collaborazione con Caritas Ambrosiana. Ma non basta trovare nuovi posti letto per affrontare l’emergenza e la disperazione delle migliaia di persone in cerca di speranza. «Per gestire l’accoglienza dei profughi e dei migranti – sostiene l’arcivescovo di Milano – sono imprescindibili la collaborazione e il dialogo con le Istituzioni civili». Serve cioè un cambio di marcia. «Domando però un passo in avanti sulle leggi e le regole che normano questa accoglienza – sottolinea – per rendere sempre più dignitosa e costruttiva la loro permanenza nelle nostre realtá». Scola accende i riflettori sui 'nodi' che in questo momento stanno ostacolando il processo di accoglienza, rendendo ancora più difficili gli sforzi messi in campo. «Perché i tempi per il rilascio dei documenti dovuti sono spesso così lunghi? – incalza – Perché non si può permettere che i migranti ospiti, su base volontaria, possano partecipare con il loro lavoro alla esigenze della comunità?». «Così questo sforzo per l’accoglienza – aggiunge Scola – e le riflessioni serie che entro le comunità cristiane e la società civile nasceranno saranno occasione di educazione nella fede e di edificazione di vita buona».  Intanto le nuove strutture individuate per la gestione dell’emergenza vanno ad aggiungersi ai 28 centri di accoglienza già attivi in tutta la Diocesi, gestiti dalle cooperative di Caritas Ambrosiana in convenzione con le Prefetture, per un numero complessivo di 456 posti. Inoltre, sempre le cooperative di Caritas Ambrosiana operano in collaborazione con i Comuni e il Ministero dell’Interno, nel cosiddetto sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). All’interno di questo sistema sono 18 le strutture per un numero complessivo di 325 posti che salgono così a 781 con quelle nuove annunciate ieri. Nel corso dell’Assemblea dei Decani, presso il seminario di Venegono, a Varese, l’arcivescovo di Milano ieri ha inoltre rilanciato l’invito alle parrocchie della Diocesi ad ospitare i migranti richiedenti asilo. Invito che aveva già fatto a fine luglio e che, già allora, aveva innescato un circuito virtuoso fra preti, sacerdoti e semplici cittadini.
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