È la copertina del numero speciale che il settimanale francese “Charlie Hebdo” manderà in edicola il 6 gennaio, a un anno dalla strage che costò la vita a dodici persone. Disegnata dal direttore Riss (rimasto a sua volta ferito nell’attacco del 7 gennaio 2015), la vignetta dovrebbe confermare il carattere spregiudicato del giornale, che si fa un vanto di non arretrare davanti a nulla, tanto meno davanti alla blasfemia. Che questa sia la posizione di “Charlie Hebdo” è noto da tempo. A stupire è semmai la reiterata rozzezza di una semplificazione che non prevede distinzione alcuna tra fede e fondamentalismo, cadendo a sua volta in un’intransigenza di segno opposto. In questione non c’è soltanto la sensibilità dei credenti, ma il rispetto dovuto a tutte le vittime, comprese quelle che vengono sacrificate a motivo della loro religione. E poi – libertà di espressione per libertà di espressione – non è che quel disegno faccia tanto ridere.
A un anno dall'attentato terroristico contro la propria redazione il settimanale satirico francese esce in edicola proponendo una copertina dai contenuti rozzi e offensivi. (Alessandro Zaccuri)
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI:
Opinioni
La rivendicazione dell’importanza del congiuntivo, col suo carattere dubitativo, ipotetico o augurale, equivale alla difesa d’una civiltà plurimillenaria
L’invito fatto a papa Francesco per il G7 riflette una trasformazione radicale che ha attraversato le democrazie negli ultimi decenni: la diffusione del potere computazionale
Il boss Lo Presti ha festeggiato il 25° di matrimonio dov'è sepolto Falcone, ma la sua offerta finanzierà la lotta alla criminalità. Quando il vescovo Oliva rifiutò i soldi di una persona sospetta