venerdì 2 ottobre 2015
Diocesi, associazioni, movimenti coinvolti per domani in San Pietro. Una mobilitazione straordinaria. Don Gentili: con il Papa per costruire speranza.
Veglia per il Sinodo: ecco la "preghiera domestica"
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«Domani sera vedremo che c’è una realtà che supera l’idea. E questa realtà è la famiglia. Vedremo come quel dialogo tra la Chiesa e tutte le famiglie del mondo, che il Papa ha voluto per questo cammino sinodale – con due consultazioni planetarie – prenderà simbolicamente corpo in piazza San Pietro grazie alla presenza di migliaia e migliaia di famiglie». Don Paolo Gentili, direttore nazionale dell’Ufficio Cei per la pastorale familiare, rifiuta di fare previsioni numeriche, ma mentre sfoglia l’elenco delle adesioni per la veglia di preghiera di domani sera che farà da preludio all’inizio del Sinodo – l’apertura ufficiale sarà poi domenica con la Messa celebrata dal Papa – non riesce a trattenere un sorriso soddisfatto. Le diocesiLa risposta di tutte le diocesi è stata al di là di ogni previsione. Tante le famiglie in arrivo dalla Sicilia e dalle altre comunità del Sud. La diocesi pugliese di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, per esempio, sarà presente con quasi 700 persone. Dal centro spicca la partecipazione della comunità toscana di Fiesole, con circa mille presenze. Altrettanto imponente la mobilitazione dal Nord. Quattro pullman da Venezia, uno da Udine, una decina da Milano. In una fila che s’allunga fino a coprire tutte le 226 diocesi italiane. I movimentiMa faranno sentire la loro voce anche movimenti, associazioni, aggregazioni laicali. «Prima dell’inizio della veglia daremo la parola ad alcuni leader di grandi movimenti – riprende don Paolo Gentili – in modo tale da offrire il giusto spazio a tutti carismi, in quella che s’annuncia come una vera e propria Pentecoste della famiglia. Se le famiglie, come recita il titolo, “illuminano il Sinodo”, questa luce dovrà essere davvero globale ed arrivare da tutte le realtà della Chiesa». Tra i leader presenti Mario Truffelli (Azione Cattolica); Marco Impagliazzo (Comunità di Sant'Egidio); Salvatore Martinez (Rinnovamento nello Spirito); Maria Voce (Focolari); Juliàn Carròn (Comunione e Liberazione); Kiko Arguello (Neocatecumenali). E poi tante altre sigle, tra cui Forum delle famiglie, Coldiretti, Agesci, Scout d’Europa. Incontro matrimoniale, Progetto Famiglia, Federazione dei consultori di ispirazione cristiana, Ucipem. Tante anche le associazioni dei disabili, dal Movimento apostolico ciechi ai Sordi. E poi, per rimanere nell’ambito delle fragilità, numerose anche le sigle che rappresentano i separati. «Ci hanno chiesto spazio anche alcuni associazioni di omosessuali cattolici e per noi – rivela il direttore dell’Ufficio Cei – sono i benvenuti. Se questa è una Chiesa che, come dice papa Francesco, deve avere tante porte aperte, le persone di buona volontà che desiderano sinceramente unirsi alla preghiera delle famiglie, saranno accolte a braccia aperte».Pregare insiemeC’è un desiderio che don Paolo Gentili vorrebbe esprimere in vista della veglia di domani sera. Quello di veder realizzato, anche visivamente, davanti a tanti genitori, coppie, bambini, nonni, l’auspicio espresso dalla Gaudium et Spes, e cioè «l’intima unione della Chiesa con l’intera famiglia umana». Nella sua “Lettera alle famiglie”, Francesco aveva sollecitato a pregare intensamente per i padri sinodali, perché in questo delicato compito di discernimento, potessero contare su una grazia particolare. «Domani sera – riprende don Gentili – faremo anche sentire ai cardinali, ai vescovi e agli altri partecipanti al Sinodo, la presenza, reale, concreta di tante famiglie. Per alcune ore, simbolicamente, le pareti dell’Aula sinodale, s’allargheranno fino a comprendere tutte le famiglie del mondo. A Filadelfia il Papa – conclude il direttore dell’Ufficio Cei – ha detto che la famiglia è anche “fabbrica di speranza”. Ecco, l’auspicio concreto è che dal Sinodo esca davvero una speranza nuova per le famiglie di questo tempo. Per tutte le famiglie. Nessuna esclusa».
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