lunedì 5 marzo 2012
​Benedetto XVI in visita alla parrocchia romana del quartiere Torrino ha sottolineato l'importanza del giorno di festa, proprio nelle stesse ore in cui tutta Europa si manifestava per la "domenica senza lavoro".
IL VIDEO DELL'OMELIA
Giorno senza prezzo di Francesco Riccardi
L'angelus
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"Grazie per quest'accoglienza calorosa, per questo spirito di familiarità" che fa sentire "il Papa anche un papà: questo mi incoraggia". È stata questa frase pronunciata a braccio quella che più ha toccato la comunità del quartiere Torrino, riunita nella chiesa di San Giovanni Battista de La Salle, periferia sud di Roma, dove Benedetto XVI si è recato in visita domenica e ha celebrato la messa.

Ratzinger ha espresso la sua emozione di sentirsi "padre" della comunità e la gente lo ha ricambiato con affetto. Poi, parlando ai fedeli, è passato ai temi a lui più cari, con l'invito a "superare quell'analfabetismo religioso che è uno dei più grandi problemi di oggi". E ricordando che l'incontro con Cristo "non è solo un fatto personale": "fatevi voi stessi missionari di Cristo ai fratelli - ha detto - là dove vivono, lavorano, studiano o soltanto trascorrono il tempo libero". Un concetto ripreso poco dopo all'Angelus, quando dirà: "Non vergognatevi di essere cristiani e di vivere la Quaresima nei luoghi in cui vivete".

Benedetto XVI è giunto nella parrocchia romana - che conta circa 12mila abitanti e 3.116 famiglie, per lo più giovani coppie con figli piccoli o adolescenti - accolto da centinaia persone che sventolavano bandierine bianche e gialle, i colori del Vaticano, e da uno striscione affisso davanti la chiesa con su scritto "Benvenuto caro Papa". Tra i fedeli, tantissimi bambini, incuriositi dall'evento. Passando lungo il cordone, il Papa per circa una decina di minuti si è intrattenuto con loro, avvicinandosi per accarezzarli: "È una gioia per me vedere tanti bambini: allora Roma - ha esclamato - vive e vivrà anche domani". Confidando nel percorso di catechesi dei piccoli, ha poi aggiunto: "Imparate Gesù e così imparate anche a vivere". Poi in chiesa, poco prima dell'inizio della Messa, i ragazzi gli hanno donato la maglia dell'oratorio della parrocchia e i bambini una raccolta di loro disegni e letterine. "Al papà non si sa mai che regalo fare - ha spiegato il parroco don Giampaolo Perugini con un sorriso - e poi il Papa non porta la cravatta!".

"È nella preghiera personale e comunitaria che noi incontriamo il Signore non come un'idea, come una proposta morale, ma come una persona che vuole entrare in rapporto con noi, che vuole essere amico e vuole rinnovare la nostra vita per renderla come la sua", ha detto poi Benedetto XVI nell'omelia. "La fede va vissuta insieme e la parrocchia è un luogo in cui si impara a vivere la propria fede nel 'noì della Chiesa", haaggiunto, con un appello a riscoprire la domenica, "come giorno di Dio e della comunità". Un appello che cade proprio nel giorno in cui in in Italia e in Europa un gruppo di associazioni e sindacati ha indetto una manifestazione contro l'apertura domenicale dei negozi.

Benedetto XVI ha voluto anche ricordare a "tutti l'importanza e la centralità dell'Eucaristia nella vita personale e comunitaria". "La santa Messa - ha scandito - sia al centro della vostra domenica. Riuniti attorno all'Eucaristia, infatti, avvertiamo più facilmente come la missione di ogni comunità cristiana sia quella di recare il messaggio dell'amore di Dio a tutti gli uomini. Ecco perchè è importante che l'Eucaristiasia sempre il cuore della vita dei fedeli, come lo è quest'oggi".Lasciando il Torrino, Ratzinger ha salutato la folla che batteva le mani e gridava "viva il Papa" con un accenno al Vangelo di oggi, la Trasfigurazione sul Monte Tabor: "Quelli che sono sui monti, sono più vicini a Dio". E all'Angelus domenicale ha aggiunto: "Anche nella notte più oscura Gesù è la lampada che non si spegne mai".
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