martedì 23 aprile 2024
«Le comunità cristiane siano spazio inclusivo e creativo di opportunità di vita alla luce del Vangelo»: l’arcivescovo Satriano fa il punto dopo la visita ad limina e il dialogo col Papa
I vescovi della Puglia assieme a papa Francesco durante la visita ad limina

I vescovi della Puglia assieme a papa Francesco durante la visita ad limina - Vatican Media

COMMENTA E CONDIVIDI

Una Chiesa viva e attenta, che però deve affrontare le sfide del secolarismo. Ricca di religiosità popolare, ma anche alle prese con uno sviluppo a volte troppo rapido e problemi endemici come la criminalità organizzata, la mancanza di lavoro, nonostante la crescita del turismo. Una Chiesa che dal Papa ha ricevuto l’incoraggiamento ad andare avanti e a restare accanto alla gente per annunciare il Vangelo a tutti. Monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, riassume così la visita ad limina che per le diocesi della regione si è svolta la scorsa settimana ed è culminata nell’incontro con Francesco.

Qual è il volto delle Chiese di Puglia che avete presentato al Papa e ai Dicasteri della Santa Sede in questa occasione?
Certamente il volto di una Chiesa viva e attenta alle istanze della storia, in ascolto dello Spirito. Tuttavia, la Puglia, come altre Regioni ecclesiastiche, vive le fatiche di un secolarismo che mina le radici della vita cristiana. Quanto le nostre Chiese stanno cercando di realizzare è un’attenzione forte all’annuncio del Vangelo e al tema della trasmissione della fede, che trova nel rilancio di un cammino di iniziazione cristiana l’impegno più significativo. Solo comunità rinnovate e modellate sul Vangelo sapranno dare risposte audaci ai temi e alle sfide che toccano i nostri territori: denatalità, abbandono scolastico, emigrazione giovanile, immigrazione, criminalità, ecologia integrale e custodia della casa comune.

E dal Papa quali indicazioni sono venute?
Abbiamo trovato il Papa in salute e, come sempre, attento nell’ascolto. È stato un dialogo fraterno e ricco di amabilità, nel quale ogni vescovo ha potuto esprimere riflessioni e domande, ricevendo consigli e orientamenti. Nel complimentarsi con noi vescovi per il servizio che viene reso alle nostre Chiese, ha ribadito la necessità di un sempre maggiore radicamento in Dio per attestare vicinanza ai presbiteri e alla gente, nell’esercizio di una collegialità da vivere con impegno a vantaggio di tutta la Regione ecclesiastica.

La Puglia è in un momento di grandi trasformazioni. Quali le sfide per l’annuncio del Vangelo oggi?
La Puglia vive da anni una trasformazione significativa per una crescita turistica che l’ha portata al centro dell’attenzione internazionale. Apprezzata come set ideale per film e fiction, essa non offre un riscontro sicuro per il lavoro. Forte preoccupazione destano la situazione di Taranto con la ex-Ilva e di Bari con la Bosch. Anche per le nuove generazioni il futuro sembra non offrire certezze, costringendo molti a emigrare per orizzonti più sicuri. A questo si aggiunge la forte denatalità e la polarizzazione del divario tra poveri e ricchi. Oggi più che mai le nostre comunità sono chiamate a interpretare un ruolo di accompagnamento e al tempo stesso essere spazio laboratoriale, inclusivo e creativo di nuove opportunità di vita alla luce del Vangelo.

C’è anche il tema della criminalità organizzata. Fenomeno sotto controllo o c’è da preoccuparsi?
La criminalità è una realtà persistente in diverse zone della Puglia. C’è da dire che in questi ultimi anni diverse parti del territorio sono tornate sotto il controllo della società civile, anche se il malaffare persiste e continuamente cambia modalità di azione. Bisogna vigilare e non cedere al ricatto sottile con cui i clan cercano di imporre la loro logica eversiva, sapendo sottrarre alla criminalità le realtà sorgive del disagio malavitoso. Si ha bisogno di offrire più lavoro, di guardare con attenzione alla scolarizzazione dei più giovani e prendersi cura di quelle sacche di emarginazione che crescono nelle nostre città.

A proposito di criminalità, il Comune di Bari prima e ora anche la Regione sono nell’occhio del ciclone. Che idea si è fatto della situazione?
Bari è una città che è molto cambiata negli ultimi anni grazie anche a una azione civica convinta ed efficace. Quanto accade, al di là delle dovute e legittime indagini poste in essere per la corruzione emersa, non smentisce la relazione della direzione investigativa antimafia al Senato. Da essa, infatti, emerge la mappatura della criminalità da parte delle forze dell'ordine (si registrano 14 clan mafiosi) ma anche un quadro stabile che da diversi anni è determinato dalla capacità di prevenzione e contrasto. Quanto sta accadendo è da attribuire a un trasformismo politico, spesso sottovalutato dai partiti. Liste elettorali non sempre opportunamente vagliate possono diventare canali per far prevalere nell'azione politica interessi meramente corporativi e, talvolta, di lobby che nei loro affari economici incrociano anche settori malavitosi. Credo che la politica dovrebbe rieducarsi a uno stile fatto di lealtà e onestà intellettuale, sapendo arginare assurde derive, pericolose per il bene comune.

Com’è la situazione delle vocazioni in una Regione che fino a pochi anni fa vantava un seminario regionale con circa 200 seminaristi e oggi sembra risentire di una certa crisi?
La crisi vocazionale c’è ed è legata alla frattura che la trasmissione della fede ha anche in un terra ricca, come la Puglia, di religiosità popolare. La pandemia ha sicuramente contribuito ad accentuare il dato, ma il problema rimane legato alla mancanza di vitalità vocazionale delle nostre comunità e ad una crisi identitaria che travolge la cultura dei nostri giorni. Rifondare cammini di fede e percorsi qualificati di vita spirituale è la sfida che ci attende. C’è sete di spiritualità ma, come denuncia anche l’ultima indagine sui giovani dell’Istituto Toniolo, i nostri giovani hanno bisogno di riscoprire un cristianesimo come promessa di vita, ricco di relazioni vere. Siamo chiamati ad accompagnarli nel quotidiano con empatia e discernimento.

La Puglia come porta d’Oriente e ponte di pace. Che cosa resta delle due visite di papa Francesco in un momento particolarmente delicato per la pace come il nostro?
Quanto vissuto non solo rimane nella memoria, ma alimenta la storia odierna. Certamente la bellezza di un piccolo ma vero “Concilio” delle Chiese, vissuto nel 2018, e l’avvio degli Incontri del Mediterraneo nel 2020 hanno rilanciato la necessità di guardare al mondo che ci circonda con rinnovata responsabilità. Le Chiese di Puglia sono aperte e dialoganti con la realtà ferita dei nostri tempi. Significativi i momenti vissuti dalle Chiese di Puglia nel tessere la strada delle relazioni e degli incontri fraterni tra chiese e popoli: la prima Carovana della Pace vissuta a Leopoli (aprile 2022), l’Incontro di Preghiera per la Pace, patrocinato dalla Cei, presieduto dal cardinale Zuppi nella Basilica di San Nicola (dicembre 2022), la partecipazione agli Incontri del Mediterraneo a Marsiglia, con un importante contributo della nostra Facoltà Teologica Pugliese al Manifesto per una Teologia dal Mediterraneo. Il 9 maggio prossimo, ci ritroveremo nella Basilica di San Nicola con il cardinale Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, a invocare il dono della Pace, nel vivo auspicio che la preghiera possa aprire i cuori e seminare speranza per chi soffre.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI