mercoledì 11 gennaio 2012
​Il 2 febbraio si celebra la Giornata Mondiale della vita consacrata. Nel loro Messaggio i vescovi italiani esprimono gratitudine per la testimonianza evangelica e il servizio alla Chiesa e al mondo offerti da quanti si sono consacrati totalmente nella sequela di Gesù Cristo.
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In occasione della prossima Giornata mondiale della vita consacrata, che si celebra il 2 febbraio, i vescovi italiani esprimono gratitudine e stima a quanti con la loro “presenza carismatica e dedizione sono un segno profetico ed escatologico mai abbastanza apprezzato”.Quattro gli elementi che il Messaggio della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata evidenzia come distintivi della specifica vocazione dei religiosi. Innanzitutto il “primato di Dio”: la testimonianza della bellezza dell’amore di Dio e del suo primato, in un mondo secolarizzato “che porta all’emarginazione di Dio o alla sua insignificanza, per cui l’uomo resta solo con la sua rabbia e la sua disperazione”. Altro contributo essenziale che i consacrati possono offrire alla Chiesa è quello della “fraternità”: le loro comunità sono “scuole di fraternità che impegnano i propri membri alla formazione permanente alle virtù evangeliche: umiltà, accoglienza dei piccoli e dei poveri, correzione fraterna, preghiera comune, perdono reciproco, condividendo la fede, l’affetto fraterno e i beni materiali”. C’è poi “lo zelo divino”, che proviene dallo Spirito Santo, e che sa infiammare i consacrati di passione per Dio e per l’uomo. “Da sempre – si legge nel documento – la vita consacrata è stata laboratorio di nuovo umanesimo, cenacolo di cultura che ha fecondato la letteratura, l’arte, la musica, l’economia e le scienze. È un impegno a cui siamo fortemente chiamati in questo tempo difficile.” Infine, lo “stile di vita”: la povertà, la castità e l’obbedienza, si legge ancora nel Messaggio, “costituiscono una vera testimonianza profetica dal profondo significato antropologico, che suppone e richiede un grande impegno educativo. Se lo Spirito di Gesù abita nei nostri cuori, anche noi potremo fare quel che ha fatto lui”.
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