sabato 3 marzo 2012
​Scuole diocesane di formazione all’impegno sociale e politico a confronto nell’ultimo giorno di convegno a Roma sul tema “Educare alla cittadinanza responsabile”, organizzato dalla Cei. a trarre le conclusioni, è stato il segretario generale dei vescovi italiani, mons. Mariano Crociata.
La prima giornata: formazione socio-politica responsabilità dei credenti
Le conclusioni di mons. Mariano Crociata
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Scuole diocesane di formazione all’impegno sociale e politico a confronto nell’ultimo giorno di convegno a Roma sul tema “Educare alla cittadinanza responsabile”, organizzato dalla Cei. Si è parlato di metodi e contenuti, di obiettivi comuni e di prospettive. Poi, a trarre le conclusioni, è stato il segretario generale dei vescovi italiani, mons. Mariano Crociata, in sostituzione del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, bloccato a Genova per una lieve indisposizione.
Cercare una strada che apra il cuore e la mente per formare persone libere di pensare l’attualità con i criteri di fondo della Chiesa, capaci di coltivare l’arte dell’ascolto e del lavoro con gli altri. Questo il metodo e lo scopo di un’autentica formazione sociopolitica, così come emerge dal confronto delle scuole diocesane già attive sul territorio. “Scuole che sono espressione e fattore della coscienza ecclesiale”, ricorda mons. Crociata. “Centrali – dice il segretario generale della Cei – sono i contenuti, dottrinali e sociali, ma anche la dimensione spirituale che li precede, e l’apprendistato sul campo che li segue”. Sentiamo le sue parole:
“Certamente, la Dottrina sociale della Chiesa - con gli sviluppi che ha avuto in modo particolare l’ultima enciclica, la Caritas in veritate - è la capacità di aiutarsi con gli strumenti della conoscenza scientifica che le varie discipline mettono a disposizione, la conoscenza del territorio”.
Tra i tanti livelli dell’esperienza politica, spiega mons. Crociata, è la dimensione locale ad apparire determinante. E’ qui che le scuole sono chiamate ad attuare un “accompagnamento”, un sostegno morale e spirituale, evitando divisioni e strumentalizzazioni. “E’ qui”, prosegue mons. Crociata, “che c'è già un'esperienza e una presenza diffusa di cattolici impegnati”, ed è da qui che si formerà un nuovo paradigma di solidarietà e corresponsabilità di cui oggi c’è una “richiesta, un bisogno oggettivo”. L’invito è a reagire alla tentazione della anti-politica, della fuga nel privato, del delegare ad altri la ricerca del bene comune, pur senza parlare di un cripto-partito. Ed è in questa prospettiva le scuole hanno un grande servizio da svolgere, pur con i debiti distinguo. Ancora mons. Crociata:
“Il progetto sociale non è un progetto ecclesiale, nasce dalla società stessa. Nasce, dalla Chiesa, una visione di valori e di esperienza e una vocazione che produce anche visioni politiche, progetti politici ed impegno politico. Il tutto con la responsabilità, distinta ed autonoma, anche se ispirata dall’appartenenza ecclesiale nell’ambito proprio della vita sociale”.
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