lunedì 4 gennaio 2016
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«Il Papa aveva manifestato il desiderio di conoscere meglio Greccio e il luogo da cui il presepe si è diffuso in tutto il mondo grazie a san Francesco. Così in risposta a un invito, poco prima di Natale, mi ha detto che sarebbe venuto in forma strettamente riservata proprio perché voleva entrare nel luogo della prima rappresentazione del presepe avvenuta nel 1223». Così il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, ai microfoni di Tv2000 e inBlu Radio, ha commentato la visita a sorpresa di Papa Francesco al santuario francescano di Greccio.«Il Papa – ha proseguito Pompili – è arrivato a fine mattinata e mi ha detto che da persona ben educata veniva prima a salutare il vescovo. Poi insieme siamo andati a Greccio», ma «prima di andare al santuario ha incontrato un gruppo di 150 giovani che stavano facendo un meeting della nostra diocesi: a sorpresa è entrato dal fondo della sala e si è intrattenuto circa 10 minuti parlando a braccio tra gli occhi sgranati dei giovani che mai avrebbero immaginato di averlo a distanza così ravvicinata».Il Papa ai ragazzi, ha aggiunto il vescovo di Rieti, «ha parlato della stella che esprime la nostra scelta da compiere. Francesco ha sottolineato che quando manca la stella ci troviamo in una situazione pericolosa perché tutti abbiamo bisogno di una stella da seguire. Poi ha fatto riferimento al Bambinello che è il segno dell’umiltà di Dio ma anche una chiara indicazione di marcia verso chi è più piccolo, indifeso ed emarginato. Infine ha anche accettato di farsi scattare qualche selfie. Tutto è avvenuto in una dimensione molto familiare. È stato un momento molto bello e intenso». Giunto poi al santuario di Greccio, il Papa «è rimasto incuriosito da questo luogo così periferico e ha vissuto molto intensamente il momento dell’incontro fisico con questo spazio antico, intrattenendosi in silenzio davanti all’affresco medievale che ritrae san Francesco con accanto l’affresco della Madonna che allatta al seno il Bambino Gesù. Il Papa è rimasto per molto tempo in silenzio con lo sguardo fisso verso questo affresco». Francesco, ha riferito ancora Pomipili, «era accompagnato solo dalla sicurezza perché aveva espresso il desiderio che la visita fosse riservata, e io mi sono attenuto alle sue indicazioni». Il vescovo reatino racconta infine un particolare dell’incontro: «Abbiamo parlato di san Francesco e cercato di coglierne le tracce in questo territorio. Abbiamo anche parlato della realtà della diocesi e come sempre il Papa si è mostrato molto vicino e paterno. Mentre parlavamo mi ha chiamato al telefono un sacerdote e non ho potuto rispondere. Il Papa così mi ha detto che "bisogna richiamarlo in giornata", come a dire che non bisogna far attendere i propri collaboratori. Questa è stata un’indicazione molto bella».

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