sabato 23 aprile 2016
​Aperta a Rimini la 39ª Convocazione del Rinnovamento nello Spirito. Il saluto di Lambiasi, la Messa celebrata da Pell.
Dalla Misericordia la via del Rinnovamento
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La mano destra sul cuore, la mano sinistra levata verso il cielo, migliaia di voci che invocano lo Spirito. Impossibile comprendere una Convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) senza partire dalla preghiera: d’invocazione, di ringraziamento, di guarigione… ma preghiera. Pregano e cantano, cantano e pregano, e poi ripartono, prendendo terribilmente sul serio la Pentecoste. Con quella cominciata ieri alla Fiera di Rimini, il RnS è alla sua Convocazione nazionale numero 39. Il titolo campeggia enorme sul maxischermo: “Gesù, volto della misericordia del Padre”. C’è il Giubileo e c’è il tema del “volto”, centrale al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze. E c’è la porta, evocata nelle parole dell’apostolo: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo» (Gv 10, 9a). C’è la statua della Madonna su un cuscino di begonie bianche, rosse e gialle. C’è l’ambone dove viene collocata la Scrittura, davanti alle sette fiamme di un candelabro. Ci sono i cento elementi, in camicia bianca e cravatta nera, del “Ministero musica e canto”, musicisti e coristi che trascinano l’assemblea attingendo al formidabile repertorio carismatico. E ci sono i 15mila convocati in rappresentanza dei 1.900 gruppi, tra cui 250 sacerdoti e religiosi («Fateli lavorare!», è il modo simpatico con cui Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS, invita al sacramento della Riconciliazione).  C’è la crisi, viaggiare costa tanto, impensabili sono le folle oceaniche (40, 50mila) di 25 anni fa, ma è una partecipazione senz’altro più matura, il segno di un movimento che molto ha camminato, guidato da una leasdership strutturata e adulta. C’è don Guido Pietrogrande, il consigliere spirituale nazionale, che spiega perché il termine “Convocazione” sia il più adeguato, l’unico davvero coerente con la natura dell’evento: «È il Signore ad averci chiamati qui, gloria a Te!». Il palco propone pochissimi discorsi e tanti dialoghi con l’assemblea. Come quando don Guido invita a invocare lo Spirito Santo e la musica parte trascinante, con un testo semplice e profondo, perché diretto: «Vieni, vieni dolcezza, tenerezza di Dio, Spirito di santità, di luce, di fuoco: scendi su di noi». C’è Marcella Reni, membro del Comitato nazionale di Servizio, che invita a prendere il cellulare: «È spento? Accendetelo! Pensate a una persona cara che non è qui tra noi, e mandategli un pensiero, una foto. Ditegli che stiamo per passare per una Porta. E vogliamo farlo tutti insieme ». C’è Mario Landi, coordinatore nazionale del RnS: «Giubileo è mettere in atto segni e gesti di misericordia, a servizio degli oppressi, perché vogliamo essere il volto credibile di una Chiesa che vive nella e della misericordia, non solo la proclama». C’è il benvenuto del vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, con il suo «non credo» («Non credo in un Dio indifferente, ma credo nel Dio della misericordia più gratuita: non chiedo all’uomo di morire per lui, ma muore lui per l’uomo»). Ci sono i messaggi di papa Francesco e dei cardinali Fisichella, Rylko e Bagnasco («Solo prendendosi per mano, e camminando insieme, è possibile crescere nella fede e costruire un mondo più giusto e umano»). E la celebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal cardinale George Pell. «La misericordia ci chiama alla conversione, al pentimento » ha detto il porporato, «il mondo secolare, che non può o non vuole conoscere Dio, conosce ben poco del concetto del perdono ». La salvezza, ha aggiunto, è la «chiave per comprendere la misericordia », perché in questo modo «mi rendo conto di avere bisogno di essere salvato». Chi si dichiara ateo o non religioso, afferma «di non essere peccatore e di non aver bisogno di essere salvato». La Chiesa invece «ci offre la misericordia attraverso i sacramenti». Oggi la giornata è dedicata all’esperienza della misericordia di Dio «che perdona, riconcilia, consola, libera e guarisce». L’attesa è per domani pomeriggio, con tre testimoni eccellenti del dialogo spirituale, concreto e possibile, tra cristiani e musulmani.
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