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Vescovi defunti. Il Papa: sono stati testimoni eroici del Vangelo

venerdì 4 novembre 2016

Papa Francesco nella Messa di suffragio celebrata in Vaticano ha reso omaggio ai pastori che in diversi paesi del mondo «sono stati chiamati a rendere testimonianza al Vangelo in maniera eroica, sostenendo pesanti tribolazioni».


Papa Francesco ha fatto memoria di 7 cardinali e 136 vescovi defunti nel corso dell’anno

«I cardinali e i vescovi che oggi ricordiamo nella preghiera, per tutta la loro vita, specialmente dopo averla consacrata a Dio, si sono dedicati a testimoniare e donare agli altri l’amore di Gesù. E, con la parola e l’esempio, hanno esortato i fedeli a fare altrettanto».

Papa Francesco, che indossava la casula rossa e il pallio bianco ricamato con le croci nere, ha dedicato l'omelia a una riflessione strettamente spirituale, sul senso della morte per i "pastori del gregge di Cristo" che "a imitazione di Lui si sono spesi, donati, sacrificati per la salvezza del popolo loro affidato". Durante quest'anno sono morti i cardinali Carlo Furno, Julio Terrazas Sandoval, George Cottier, Giovanni Coppa, Loris Capovilla, Silvano Piovanelli e Franciszek Macharski. E sono defunti 136 tra vescovi e arcivescovi.

Papa Francesco afferma che “in questa luce di fede, ci sentiamo ancor più vicini ai nostri Fratelli defunti: la morte ci ha apparentemente separati, ma la potenza di Cristo e del suo Spirito ci unisce in modo ancora più profondo”. “Continueremo a sentirli accanto a noi nella comunione dei santi. Nutriti del Pane della vita, anche noi, insieme con quanti ci hanno preceduto, attendiamo con ferma speranza il giorno dell’incontro faccia a faccia con il volto luminoso e misericordioso del Padre”.

Il Papa li definisce “pastori del gregge di Cristo e, ad imitazione di Lui, si sono spesi, donati e sacrificati per la salvezza del popolo a loro affidato": “Lo hanno santificato mediante i Sacramenti e lo hanno guidato sulla via della salvezza; pieni della potenza dello Spirito Santo hanno annunciato il Vangelo; con amore paterno si sono sforzati di amare tutti, specialmente i poveri, gli indifesi e i bisognosi di aiuto. Per questo, al termine della loro esistenza, pensiamo che il Signore ‘li ha graditi come l’offerta di un olocausto’ . Ora noi siamo qui a pregare per loro, ad offrire il divino Sacrificio in suffragio delle loro anime e chiedere al Signore di farli risplendere per sempre nel suo regno di luce”.

Papa Francesco poi ricorda che “il cammino verso la casa del Padre comincia, per ciascuno di noi, nel giorno stesso in cui apriamo gli occhi alla luce e, mediante il Battesimo, alla grazia. Una tappa importante di questo cammino, per noi sacerdoti e vescovi, è il momento in cui pronunciamo l’“eccomi!” durante l’ordinazione sacerdotale. Da quel momento siamo in modo speciale uniti a Cristo, associati al suo Sacerdozio ministeriale”.


Il cardinale Bagnasco a Scutari per la beatificazione dei 38 martiri

La celebrazione in Vaticano ha richiamato la vigilia della grande cerimonia di beatificazione che si terrà sabato 5 novembre a Scutari, in Albania, dove saranno proclamati beati 38 martiri tra il 1945 e il 1974 durante la dittatura comunista. «Per tutta la Chiesa in Europa e la Chiesa in Albania in particolare – si legge in un comunicato diffuso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) -, questi martiri del XX secolo sono un modello di fedeltà a Cristo e alla Sua chiesa. Nei tempi difficilissimi che caratterizzarono il periodo del comunismo ateo in Albania, questi uomini e questa donna di fede sono rimasti fedeli a Cristo davanti ad un regime che voleva escludere la fede dalla vita dei cittadini.

Con la loro testimonianza di vita, il vescovo Prennushi e compagni si prodigarono a mantenere viva la fede del popolo albanese mostrando come l’amore per Cristo fosse modello di amore per la patria, di amore fraterno e di se stessi».