Opinioni

Nel cuore dolente di Genova, lo Stato è intermittente. Ma cambiare si può

Marco Tarquinio martedì 15 ottobre 2019

Caro direttore,
dopo aver letto martedì 8 ottobre l’articolo della collega che ha inviato a Genova, Viviana Daloiso, ho voluto vedere con i miei occhi l’orrore da lei descritto nel suo reportage. Così, sabato 12 ottobre sono passato nei vicoli menzionati, ma – con mio stupore – non ho visto nulla di ciò che mi aspettavo. Pochissime le “signorine” in strada e ancor meno gli spacciatori o presunti tali agli angoli. Poi ho capito di aver sbagliato giorno: era il Rolli Day, giornata nella quale molti palazzi e dimore storiche genovesi sono aperte al pubblico. In più, si stava preparando anche la Notte Bianca dei Bambini. Ho un po’ chiesto in giro, allora, e i “bene informati” mi hanno detto che negli scorsi giorni la polizia locale e quella di Stato hanno intensificato le ronde e hanno anche “consigliato” di non mettersi troppo in mostra, soprattutto alle prostitute dei vicoli adiacenti via Garibaldi, pena una multa fino a 400 euro. Ciò, una volta di più, dimostra che l’autorità è presente se e quando fa comodo. A questo punto, per chi vive e lavora nel centro storico di Genova l’unica speranza è che ci siano più eventi in un anno. E questo con buona pace di chi ogni giorno, in un modo o nell’altro, cerca di combattere il degrado urbano e sociale.

Paolo Gorini Genova

Noi raccontiamo la realtà, e Viviana Daloiso lo ha fatto benissimo in quel suo gran reportage che ci ha fatto entrare nel cuore dolente di Genova assieme a un parroco che si chiama don Nicolò Anselmi e che è vescovo, ed è vicario del cardinale Bagnasco. Un racconto così coinvolgente e sconvolgente che anche alcune televisioni si sono sentite in questi giorni in dovere di far aprire gli occhi a tanti, accendendo opportunamente le loro telecamere. Lei, caro amico, ci testimonia che, intanto, la fantasia in uno speciale sabato genovese è arrivata, almeno per un po’, a superare la realtà. Purtroppo senza cambiarla davvero. Com’è come non è, infatti, per una congiura di circostanze, prima della fine delle settimana inaugurata dai fari accesi di “Avvenire” sul Tunnel, si è provveduto a un “maquillage”... È qualcosa, ma non basta. L’«evento» – per riprendere la sua amara conclusione – che fa i conti con la realtà e, quand’è storta, la cambia per davvero dev’esserci ogni giorno. A questo cerchiamo di contribuire, a Genova e altrove. Contenti di sapere e di ricordare a tutti che in qualunque realtà – dritta, storta, o così così – soprattutto quando le Istituzioni civili latitano o ci sono solo a intermittenza, la speranza ha le parole e i gesti di uomini di Dio come don Nicolò, vescovo e parroco «che non si arrende ».