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La storia. Wck, l'Ong dello chef stellato che combatte la fame con i pasti pronti

Francesca Ghirardelli martedì 2 aprile 2024

Personale locale prepara i pasti in una tensostruttura allestita da Wck

Avrebbe dovuto essere una giornata di bilanci e di condivisione del lavoro svolto, dopo sei mesi incredibilmente operosi passati in prima linea. Per domani pomeriggio gli operatori della World Central Kitchen (Wck) a Gaza avevano organizzato un evento online. Sarebbe stata l’occasione per raccontare ai tanti sostenitori i dettagli della loro attività, il miracolo dei 43 milioni di pasti distribuiti nella regione da ottobre, con la creazione di una rete di oltre 60 cucine comunitarie gestite con partner palestinesi nel Sud e nel centro della Striscia.

I pacchi con i pasti pronti vengono caricati su un aereo giordano per essere paracadutati in zona di guerra - Wck

Avrebbe dovuto essere una giornata di condivisione dei risultati raggiunti e di rilancio di nuovi progetti, e invece sono ore di sconforto e di lutto profondo per i sette compagni rimasti uccisi oggi. «Nel tumulto del conflitto, fornire pasti sani serve non solo a nutrire il corpo ma anche a sollevare lo spirito», aveva scritto sui social qualche giorno fa uno dei ragazzi gazawi che davano una mano agli chef della Ong. Proprio da questa convinzione era cominciata nel 2010 l’incredibile avventura della World Central Kitchen (Wck), la cucina “mondiale” fondata dallo chef spagnolo José Andrés, incoronato con due stelle Michelin e inserito dal Time fra le persone più influenti del pianeta.

Da Haiti, alla Repubblica Dominicana, dal Nicaragua, allo Zambia, poi a Cuba, fino all’Ucraina e ai 260 milioni di pasti serviti dal febbraio 2022, l’organizzazione è diventata sempre più ampia e radicata grazie al coinvolgimento di innumerevoli ristoratori partner locali. Si è trasformata in una fenomenale macchina per la preparazione e la distribuzione di pasti freschi alla popolazione affamata nel mezzo di disastri naturali e conflitti terrificanti.

La distribuzione del cibo cucinato ai profughi - Wck

“Quando si parla di cibo e acqua, le persone non vogliono una soluzione tra una settimana, o tra un mese. La soluzione deve arrivare ora”, è una delle frasi celebri dello chef, che a Gaza ha cercato di sfruttare ogni opportunità per far arrivare cibo via terra, ma anche dal cielo e dal mare. Sabato scorso è partito da Cipro il secondo convoglio di aiuti marittimi targato World Central Kitchen con centinaia di tonnellate di cibo sufficienti per preparare più di 1 milione di pasti, e macchinari pesanti per accelerare il processo di scarico dei beni alimentari. Lo scorso 12 marzo, dopo settimane di preparazione, era stato aperto il corridoio umanitario marittimo verso Gaza.

La consegna di pasti pronti in una tendopoli di sfollati - Wck

Mentre la nave di Open Arms lo percorreva per la prima volta, il 13 marzo a bordo di un aereo cargo della Royal Jordanian Air Force, si trovava Lalzawmi “Zomi” Frankcom, una degli operatori della Ong uccisi oggi.

La preparazione del pane in una tensostruttura a Gaza - Wck

«Il nostro team ha fornito 150.000 pasti tramite lanci aerei», spiegava in un video girato al termine della missione in volo. Ora, l’organizzazione ha annunciato che sospenderà le operazioni a Gaza. «Un pasto appena preparato ti ricorda che non sei solo, che c’è chi ti pensa e che a qualcuno importa di te», è uno dei motti della Ong. Senza Wck dentro la Striscia la popolazione civile, ridotta ormai alla fame, si sentirà ancora più sola.