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Domenica elettorale. Grecia, appuntamento alle urne con il fantasma dell’instabilità

Marta Ottaviani sabato 20 maggio 2023

Comizio del premier Kyriakos Mitsotakis, dato in vantaggio

La Grecia va al voto questa domenica, con il timore di doversi ripresentare alle urne fra pochi mesi. La consultazione odierna è l’ultima che avviene con la vecchia legge elettorale, che prevede un proporzionale secco. Dalla prossima volta si voterà con la normativa approvata nel 2020 e che prevede un proporzionale rafforzato, dove il partito che ottiene più del 25%, riceve un bonus di 20 seggi che aumentano in base alla percentuale ottenuta, con un massimo di 50 seggi se la sua percentuale è al 40%.

Una legge per garantire maggiore stabilità, in un Paese dove le coalizioni sono sempre abbastanza difficili da gestire e che era stata avversata con forza dall’opposizione. Gli sfidanti, sono sempre gli stessi. Da una parte il premier, Kyriakos Mitsotakis, alla testa del partito conservatore, Nea Dimokratia, e dall’altra parte, l’ex golden boy politica greca, Alexis Tsipras, che, durante il suo primo governo, portò la Grecia a un passo dall’uscita dall’Unione Europea, salvo poi redimersi e accettare un pacchetto di aiuti (e relative riforme) che hanno salvato l’economia nazionale.

Proprio il Pil è uno dei cavalli di battaglia del premier uscente. L’Ellade nel 2023 crescerà del 2,2%, una percentuale superiore alla media dell’Eurozona, ma di gran lunga inferiore al 5,9% del 2022, dove però si deve tenere conto “dell’effetto rimbalzo” determinato dal post pandemia. Non solo. Mitsotakis rivendica anche gli investimenti stranieri che è riuscito a portare nel Paese. Nel 2021 sono stati 5,99 miliardi di dollari, con un balzo dell’81,26% rispetto all’anno precedente.

Lo sfidante Tsipras punta tutto sul costo della vita, sensibilmente aumentato. Le ultime ricerche l’attestano al 31,5% Nea Dimokratia, con Syriza fermo al 27,5%. Il clima della vigilia è teso, anche a causa del video pubblicato dal New York Times e che documenta l’abbandono in mare di un gommone di migranti da parte della guardia costiere di Atene.

Il premier Mitsotakis, in uno dei suoi ultimi discorsi elettorali, è stato invece perentorio. «C’è Nea Dimokratia, e dall'altra parte c'è il caos assoluto» ha detto, aggiungendo «Vogliamo un governo stabile, un governo che possa prendere decisioni e che non sia in balia delle contrattazioni e dei ricatti interni ai partiti».

Su quest’ultimo punto, però, i dubbi sono molti. Il sogno del premier sarebbe un governo con un partito unico, ma con l’attuale legge elettorale e i consensi di Nea Dimokratia è molto difficile che succeda. Rimane solo una possibile alleanza con il Partito socialista Pasok, che però ha già dichiarato di non voler andare con nessuna delle prime due formazioni politiche. Il ritorno alle urne sembra probabile.