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Afghanistan. Evacuate 80mila persone, ma sono 300mila gli ex collaboratori Nato

Redazione Internet mercoledì 25 agosto 2021

Personale della sicurezza fa assistenza alla folla in attesa di entrare all'aeroporto di Kabul per lasciare il Paese

Sono salite a 82.300, secondo la Bbc e altri media, le persone evacuate finora dall'Afghanistan da Usa, Regno Unito e altri Paesi dopo la presa di Kabul da parte dei taleban lo scorso 15 agosto. Nelle ultime 24 ore i militari americani hanno portato fuori quasi 20.000 civili, mentre Londra, seconda per numero di soccorsi, è arrivata a 10.000 dall'inizio delle operazioni. Le persone considerate più a rischio - stranieri esclusi - sono tuttavia calcolate in circa 300.000 solo contando gli ex collaboratori afghani della missione Nato. E portarli fuori tutti entro la scadenza del ritiro confermata ieri dagli Usa per il 31 agosto sarà impossibile.

Fonti della Difesa britannica riferiscono alla Bbc di persone picchiate dai taleban mentre tentano di raggiungere l'aeroporto di Kabul nella speranza di poter lasciare l'Afghanistan. Secondo le stesse fonti, la minaccia terroristica, citata ieri dal presidente americano Joe Biden come motivazione dell'urgenza di mettere fine al più presto alla missione, resta alta con "un rischio reale di un attacco" nello scalo. Preoccupano in particolare le minacce poste dalla branca afghana del Daesh (nota come Isis-K).

Allarme delle Nazioni Unite sui profughi

L'ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari informa che quasi il 60% degli afghani sfollati quest'anno sono bambini. Dall'inizio di maggio più di 400mila persone sono state registrate come nuovi sfollati a causa dell'intensificarsi dei combattimenti, quando in totale nel 2021 sono state sfollate quasi 550mila persone. "I talebani girano casa per casa di chi lavora con Nato e Aisa", racconta uno dei rifugiati afghani - un padre di famiglia - in quarantena nella base dell'Esercito a Colle Isarco, in Alto Adige.

Folla in attesa di entrare all'aeroporto internazionale di Kabul - Twitter/DAVID_MARTINON via Reuters

Santa Sede: rispetto della dignità, accoglienza dei profughi​

La Santa Sede continua a seguire gli sviluppi in Afghanistan "con grande attenzione e profonda preoccupazione" ed esorta "a riconoscere e sostenere il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali" e ad accogliere i rifugiati "in uno spirito di fratellanza umana". Lo ha affermato ieri monsignor John Putzer, incaricato d'affari della Missione permanente della Santa Sede presso l'Onu e altre organizzazioni internazionali a Ginevra. Intervenendoalla 31/a Sessione Speciale del Consiglio dei Diritti Umani, il rappresentante vaticano ha esortato tutte le parti "a riconoscere e sostenere il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali di ogni persona, inclusi il diritto alla vita, la libertà di religione, il diritto alla libertà di movimento e diritto di riunione pacifica".

"In questo momento critico", ha aggiunto, "è di vitale importanza sostenere il successo e la sicurezza degli sforzi umanitari all'interno del Paese, in uno spirito di solidarietà internazionale, per non perdere i progressi compiuti, soprattutto in i settori della sanità e dell'istruzione". Ha espresso l'auspicio di una "risoluzione pacifica e rapida delle tensioni in corso" e la convinzione che il "dialogo inclusivo" rappresenti "lo strumento più potente" per raggiungere l'obiettivo della pace.

In conclusione, la dichiarazione del diplomatico vaticano ha esortato l'intera comunità internazionale a "passare dalla dichiarazione all'azione" accogliendo i rifugiati "in uno spirito di fratellanza umana".

Telefonata Xi-Putin sull'Afghanistan

Il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin hanno avuto oggi un colloquio telefonico sull'Afghanistan. Una nota del Cremlino informa che entrambi hanno "espresso la loro disponibilità a intensificare gli sforzi per combattere le minacce del terrorismo e del traffico di droga". È stata sottolineata l'importanza di stabilire al più presto la pace nel Paese e di prevenire il diffondersi dell'instabilità nelle regioni adiacenti: per questo i due leader intendono sfruttare al meglio il potenziale dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. I leader hanno inoltre concordato di intensificare i contatti bilaterali e uno stretto coordinamento, principalmente attraverso i ministeri degli Esteri.

Secondo i media di Pechino, il presidente cinese ha detto a quello russo che la Cina rispetta "sovranità, indipendenza e integrità territoriale dell'Afghanistan", non interferisce negli affari interni e punta a "un ruolo costruttivo" per una soluzione politica. Inoltre, "è disposta a rafforzare comunicazione e coordinamento con la comunità internazionale e a incoraggiare tutte le parti afghane a negoziare una struttura politica aperta e inclusiva, ad attuare una politica interna ed estera moderata e stabile, del tutto tagliata fuori da organizzazioni terroristiche, coni Paesi di tutto il mondo, in particolare i vicini".

E l'ambasciatore cinese incontra i taleban

"La Cina e i taleban afghani hanno una comunicazione e consultazione fluida ed efficace" ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, rispondendo ai giornalisti dopo le notizie di un incontro a Kabul tra una delegazione del movimento, guidata dal numero due dell'ufficio politico dei taleban Abdul Salam Hanafi, e l'ambasciatore cinese a Kabul, Wang Yu. Secondo un tweet di ieri di un portavoce dell'ufficio politico dei taleban, Mohammed Naeem, e "notizie" riportate oggi dal Global Times, voce all'estero del governo di Pechino, l'incontro di ieri è stato l'occasione per parlare della "situazione in Afghanistan, della sicurezza dell'ambasciata e dei diplomatici cinesi, delle relazioni bilaterali e dell'assistenza umanitaria".

Trump ritorna e attacca Biden

"Joe Biden ha mentito all'America e al mondo quando ci ha detto che 'L'America è tornata'. Invece si è arreso ai talebani e ha lasciato indietro cittadini americani a morire in Afghanistan. Questo diventerà uno dei più grandi fallimenti militari nella storia americana. Ora sono i taleban ad essere tornati, non l'America": lo scrive Donald Trump in una email ai suoi fan, diffondendo anche un video che deride il "Surrenderer-In-Chief". Un montaggio di immagini che sembra un assaggio della campagna contro Biden e i dem per le elezioni di Midterm nel 2022.