Economia

Energia. L'Arera ha tagliato del 12,9% la bolletta del gas per ottobre

Pietro Saccò giovedì 3 novembre 2022

Stavolta è arrivato un taglio in bolletta per le famiglie rimaste nel regime di maggior tutela per le forniture di gas naturale. Per i consumi dall’1 al 31 di ottobre il prezzo complessivo al metro cubo scende da 123,62 a 107,64 centesimi, con un taglio del 12,9% rispetto a settembre. Lo ha annunciato l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) nel suo primo aggiornamento mensile dei prezzi, non confermando le stime che aveva diffuso Nomisma Energia qualche giorno fa (indicavano un +5%). Un taglio reso possibile soprattutto dal calo delle quotazioni del gas naturale, che si aggiunge alla conferma degli sconti introdotti con il decreto Aiuti Bis, che già in estate ha azzerato i 33,32 centesimi degli oneri di sistema, ridotto l’Iva al 5% e tagliato i costi di commercializzazione.

Dietro lo "sconto"

Il risultato è stato in ogni caso un calo positivo, per quanto i prezzi restino altissimi, rispetto alla media storica: due anni fa fa il prezzo complessivo al metro cubo era di 73,96 centesimi. «Non abbassiamo la guardia. Il costo del gas per ottobre registra un calo rispetto al trimestre precedente ma le percentuali non devono trarre in inganno – ha avvertito Stefano Besseghini, presidente di Arera –. I valori rimangono molto alti rispetto al passato e, se è vero che hanno avuto un impatto modesto per le famiglie nel periodo estivo, determineranno bollette più impegnative con il crescere dei consumi della stagione invernale, con prezzi che sono previsti in risalita per la maggiore domanda dei mesi freddi. L’invito resta quindi quello a fare attenzione al risparmio e all’efficienza energetica. L’impegno dell’Autorità resta massimo, per garantire la tenuta dell’intero sistema energetico quale prima condizione necessaria per la tutela del consumatore».

L’Arera ha deciso a luglio di cambiare i tempi dell’adeguamento delle tariffe del gas, che dal 2013 avveniva solo ogni tre mesi, con diversi obiettivi. Uno era potere fare arrivare rapidamente alle famiglie eventuali ribassi prodotti dal tetto europeo ai prezzi del metano di cui si discute da mesi. Ma il price cap ha ricevuto solo un via libera di massima ed è ancora tutto da costruire. Per adesso bisogna accontentarsi dei ribassi prodotti dal mercato, che a ottobre ha visto precipitare del 42% le quotazioni dell’indice europeo TTF grazie all’inattesa sovrabbondanza di metano in Europa agevolata da un inizio di autunno eccezionalmente caldo. In realtà l’Arera ha abbandonato anche il TTF come riferimento per le bollette, scegliendo come nuovo indicatore i prezzi all’ingrosso sul Punto virtuale di scambio (Psv), cioè il mercato del gas “interno” italiano: una soluzione (ecco il secondo obiettivo) che dovrebbe aiutare le imprese che fanno commercio di metano in Italia a proteggersi dal rischio di un’eccessiva distanza tra le quotazioni europee e quelle nazionali.

Le insidie del mercato libero

Comunque questa novità nel metodo di calcolo delle bollette dovrebbe durare poco e riguarda ormai una minoranza di italiani: secondo gli ultimi dati sono ancora sul mercato tutelato 7,3 milioni di famiglie, il 35,6% del totale, le altre sono sul mercato libero. Senza un intervento del governo, o (meno facilmente) del Parlamento, dal prossimo gennaio il passaggio al mercato libero sarà obbligatorio e quindi anche l’aggiornamento periodico delle bollette non servirà più. L’Arera ha chiesto di rinviare di nuovo la fine della maggior tutela nel gas per i clienti domestici, spostandola a gennaio 2024, quando anche per le forniture di elettricità finirà la maggior tutela. Per adesso non è stata ascoltata.

Il problema, per le famiglie, è che trovare buone offerte sul mercato libero è possibile ma non è semplice. Lo dicono le stesse rilevazioni dell’Autorità che mette a confronto le proposte censite sul suo Portale Offerte. Per una famiglia milanese con consumi normali (1.400 di metri cubi di gas all’anno) a settembre l’Arera contava 425 offerte di fornitura di gas naturale disponibili, sia a prezzo fisso che variabile.

Di queste però solo il 18 erano più convenienti rispetto alle condizioni offerte dal servizio di maggior tutela. Quella famiglia milanese avrebbe speso 1.904 euro all’anno restando nel mercato a maggior tutela ma si trovava davanti a proposte che gli sarebbero costate in media 454 euro in più ogni anno. Le sarebbe servito un po’ di lavoro e di dimestichezza tecnologica per scovare sul portale l’offerta più conveniente, che – sempre secondo i calcoli di Arera – permetteva risparmi da 206 euro all’anno. In media, le poche offerte “più convenienti” rispetto alla maggior tutela tagliavano la spesa annua per il gas di 46 euro. Cioè meno di 4 euro al mese.

Questa è una situazione che l’Arera conosce bene. «Il passaggio dai servizi di tutela al libero mercato, spesso non si traduce in un vantaggio economico per il cliente finale – ha ricordato anche a luglio nella Relazione annuale il presidente Besseghini –. La causa di queste scelte è da ricercare, probabilmente, nella pressione di un marketing aggressivo, che spesso fa leva su informazioni non corrette, e in un ruolo ancora prevalente dei principali operatori storici. Una situazione cui dedicare sempre più attenzione, con azioni di stretto enforcement verso gli operatori e iniziative informative per il consumatore».