Chiesa

La Convocazione nazionale. RnS, l'abbraccio di un popolo ecumenico

Luca Liverani sabato 4 luglio 2015
Una grande festa di fede e di ecumenismo. La trentottesima Convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo è partita ieri, nello scenario di piazza San Pietro, per un pomeriggio di preghiera con esponenti delle Chiese ortodosse e delle comunità evangeliche. In un clima gioioso - grazie alla musica di Noa e Andrea Bocelli - culminato con dell’arrivo di papa Francesco. Oggi la Convocazione si trasferisce allo Stadio Olimpico.  Proprio allo Stadio, a giugno dell’anno scorso, Francesco aveva incontrato il Rinnovamento affidandogli un mandato 'ecumenico', di dialogo tra fratelli uniti dalla fede in Cristo. E il movimento ha voluto ricambiare la visita e mostrare al Papa i frutti di questo impegno, nello scenario del martirio di tantissimi cristiani in Medio Oriente. Ad aprire il raduno, che ha visto oltre 40 mila persone giunte da tutta Italia e dal-l’estero, è il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei.Poi è la volta delle preghiere, pronunciate in coppia da cristiani di confessioni diverse.  A cominciare è il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani: «Nella tua sequela molti cristiani vengono perseguitati e uccisi a causa della loro fede. Ti preghiamo di donare loro la forza e il coraggio necessari. E tocca il cuore di quegli uomini che perseguitano altri uomini affinché comprendano i propri torti e si convertano. Nel mondo odierno – sottolinea il cardinale Koch – cristiani vengono perseguitati non perché sono ortodossi, orientali, cattolici o protestanti, ma perché sono cristiani. Ti preghiamo affinché il sangue versato dai martiri di oggi ci faccia riconoscere che nel dono totale di sé ogni elemento di divisione può essere vinto e superato». Poi il saluto del vescovo siro-ortodosso Policarpo Eugenio Aydin: «I grani di incenso sono come i martiri: gettati nel fuoco, emanano il loro profumo proprio come il Signore che mediante la sua morte ha emanato il suo profumo di vita». È la volta del vescovo della diocesi copto-ortodossa di San Giorgio a Roma, Barnaba El Soryani: «I santi martiri hanno versato il loro sangue innocente come sacrificio rimanendo fedeli a Te. Il loro sangue è diventato il seme per l’unità dei cristiani. Ti chiediamo o Cristo di difendere la tua pace tra i cristiani sofferenti in tutto il mondo, specialmente in Siria, in Iraq, in Libano, in Egitto e nella Terra santa». Con lui prega il reverendo anglicano David Moxon, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la santa Sede. «Che il sangue dei tuoi martiri sia seme di nuovi cristiani». E poi ancora il vescovo luterano svedese Jonas Jonson, l’arcivescovo emerito di Baghdad dei Siri, Atanasio Matti Shaba Matoka, il pastore pentecostale Giovanni Traettino della Chiesa evangelica della riconciliazione. A chiudere le testimonianze ecumeniche c'è il cardinale argentino Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali: «L’uomo può trasformare il mondo in un giardino di fraternità o in un cumulo di macerie. Come non avere paura quando vediamo uomini fare a pezzi altri uomini, quando i martiri crescono ogni giorno e il freddo dell’indifferenza ci spinge a disinteressarci dei fratelli? Preghiamo per diventare strumenti della pace di Dio».  Dopo le preghiere è il momento della musica. Quella di Noa, artista fortemente impegnata per il dialogo tra israeliani e palestinesi, che legge in italiano una lettera: «Caro papa Francesco, raramente il mondo ha visto un leader religioso come te, con le tue parole e azioni dai un significato nuovo all’unica frase che dà un senso alla vita: ama tuo fratello come te stesso. Desidero ringraziarti per l’esempio personale di umiltà, onestà, reali buone intenzioni. Grazie Santo Padre per la luce che diffondi di cui abbiamo disperatamente bisogno nell’oscurità che ci circonda ». Poi le note di «Shalom/Salam» e il duetto con Bocelli, che poi si esibisce nell’Ave Maria di Schubert. Dopo l’intervento del presidente del RnS Salvatore Martinez i colori delle bandiere di tutto il mondo sventolate sul sagrato e un volo di palloncini: uno, più grande, è verde e azzurro come il pianeta Terra. Le note dell’Osanna e di Viva Jesus el Senor annunciano l’arrivo di papa Francesco, che fa fermare l’auto per baciare un bambino disabile. E i 40mila del Rinnovamento cantano la loro gioia per essere nel posto giusto al momento giusto.