Attualità

La nomina. Segre senatrice, risposta forte al razzismo che rinasce

Anna Foa sabato 20 gennaio 2018

Liliana Segre nel memoriale della Shoa a Milano (Fotogramma)

La notizia della nomina da parte del presidente Sergio Mattarella di Liliana Segre a senatrice a vita è una di quelle che sembrano aprire uno squarcio di sereno in un cielo grigio e burrascoso. Essa si colloca infatti in un momento difficile per il nostro Paese, che celebra l’80° anniversario delle leggi razziali del 1938 percorso da tentazioni populistiche e irrazionali e segnato da una rinascita ormai preoccupante di razzismo e antisemitismo.

La nomina di Segre a senatrice a vita è una risposta che più forte non potrebbe essere a questo clima e alla sfiducia che dilaga ovunque nella possibilità di cambiarlo: è una sopravvissuta ad Auschwitz, una donna che da molti anni va con coraggio testimoniando la sua terribile esperienza in scuole e istituzioni, è colei a cui dobbiamo la parola 'INDIFFERENZA' scritta all’ingresso del Memoriale della Shoah, di fronte al Binario 21 della Stazione centrale di Milano, da cui partivano i convogli dei deportati per Auschwitz.

Indifferenza, termine che appartiene alla zona grigia descritta da Primo Levi, che indica, accanto a quella dei persecutori, la terribile responsabilità di chi ha guardato altrove. Questa nomina vuole riaffermare il pieno coinvolgimento delle nostre istituzioni nel rifiuto dei valori che hanno portato alla proclamazione di quelle leggi infami e al pesante coinvolgimento di una parte degli italiani nella persecuzione delle vite degli ebrei.

È una condanna forte e senza equivoci del razzismo e dell’antisemitismo, un richiamo agli italiani perché ritrovino i valori della solidarietà e del rispetto dell’altro. Liliana Segre è, fra quanti hanno avuto il suo stesso percorso, persona straordinariamente adatta a portare in Senato queste istanze di democrazia. Non si limiterà infatti a rappresentare in quel consesso la Memoria della deportazione, e tantomeno vi sarà a rappresentare solo il mondo ebraico, a meno che non lo si intenda come parte importante ed integrante della società italiana. Ma, ne sono sicura, si farà portavoce di ogni battaglia per il rispetto dell’altro, la libertà, la responsabilità che già ha fatto sue in questi lunghi anni di testimone consapevole e rigorosa. Personalmente, ringrazio di cuore il presidente Mattarella per questa nomina e Liliana Segre per esserci e per aprire il nostro cuore alla speranza.